Motori elettrici, le alternative alle terre rare

Tesla ha annunciato che rinuncerà alle terre rare per la realizzazione dei suoi motori elettrici. L’analisi di IDTechEx.

  • La prossima generazione di motori Tesla non conterrà materiali a base di terre rare.
  • Nel report “Motori per veicoli elettrici 2022-2032”, la società di ricerche IDTechEx analizza le alternative.
Tesla
Foto Unsplash

Il primo marzo, in occasione dell’Investor Day, Tesla ha annunciato che la sua prossima generazione di motori elettrici non conterrà materiali a base di terre rare. Si tratta di sostanze come il neodimio e il disprosio, che hanno costi elevati e una catena di approvvigionamento geograficamente limitata, dato che la Cina è responsabile della stragrande maggioranza della produzione mondiale. Inoltre, l’estrazione può produrre acque reflue che acidificano il suolo e le falde acquifere circostanti, oltre a metalli pesanti e rifiuti radioattivi.

Il report IDTechEx

Fino al 2017, l’azienda statunitense utilizzava motori a induzione, ma l’uscita della Tesla Model 3 ha sancito il passaggio ai motori a magneti permanenti (PM), realizzati proprio a partire dalle terre rare. Si tratta dei motori attualmente più diffusi, stando ai dati raccolti nel 2022 dalla società di ricerche IDTechEx. Che ha recentemente pubblicato un report sui “Motori per veicoli elettrici 2022-2032”.

Tesla, che ha già ridotto il contenuto di terre rare nei suoi motori PM, sta probabilmente lavorando a soluzioni che permettano di migliorare le performance dei materiali alternativi. Dato il suo peso nel settore della mobilità elettrica, secondo gli analisti la sua scelta potrebbe influenzare anche altri costruttori e indirizzare il mercato verso alternative più sostenibili e meno sensibili ai prezzi delle terre rare. Il report IDTechEx analizza costi e benefici delle alternative emergenti, prendendo in considerazione automobili, autobus, camion, furgoni e veicoli a due ruote in Cina, Europa e Stati Uniti, con previsioni relative ai prossimi dieci anni.

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I motori emergenti

Fra le varie tecnologie analizzate, i motori a flusso assiale sono senz’altro interessanti. Presentano, infatti, vari vantaggi: una maggiore densità di potenza e di coppia e una forma ideale per l’integrazione in vari scenari. Renault, per esempio, ha stretto una partnership con Whylot per dotare le sue vetture ibride di motori a flusso assiale a partire dal 2025. IDTechEx prevede che la domanda per questo tipo di propulsori crescerà nettamente nei prossimi dieci anni. Vede sbocchi anche per i motori a ruota e quelli a riluttanza commutata.

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