Disastri ambientali il 2023, l’anno peggiore di sempre

194 miliardi di dollari e 62mila le vittime causate dai disastri ambientali dei primi sei mesi del 2023. Si tratta del dato più alto dal 2010.

disastro ambientale
Foto di Hermann Traub da Pixabay

A dare un contributo negativo a queste statistiche il terremoto in Turchia e Siria, considerato l’undicesimo disastro globale più grave della storia moderna. A questo si somma l’incessante attività delle tempeste negli Stati Uniti che subito dopo il terremoto citato coprono i primi 10 posti come “eventi più costosi in termini di perdita assicurata”. Questo secondo il report Global Catastrophe Recap: Fist Half (1H) of 2023 della società di servizi Aon.

La situazione in Europa

In Europa sono circa 56 miliardi di euro di danni che si sommano ai 145 miliardi di euro dell’ultimo decennio.

Stando all report di ottobre 2022  “Vulnerability to Disasters in Europe. A 30-year analysis of the vulnerability of European countries. Risk Data Hub“, la maggior parte delle perdite economiche in Europa sono dovute principalmente ad inondazioni fluviali, inondazioni improvvise e terremoti che causano rispettivamente oltre il 42%, il 12% e il 10% delle perdite totali.

In questo scenario l’Italia ha il triste primato seguita da Germania e Spagna.

la nota positiva è che nonostante la notevole quantità di danni e perdite, l’analisi di tendenza sembra suggerire un piuttosto tendenza decrescente dell’impatto delle inondazioni fluviali negli ultimi anni. In questo la protezione civile dell’UE attuata nel 2001 e la direttiva sulle alluvioni (2007/60/CE)15 sembrano essere stati un
importante contributo nella tendenza discendente.

Mentre in termini di profili di vulnerabilità ai disastri, i paesi del Nord sono quelli
con una bassa vulnerabilità complessiva, mentre i Paesi sud-orientali sembrano essere i più vulnerabili. Infine l’Europa centrale e occidentale sono caratterizzate da valori medi di vulnerabilità.

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Gli eventi estremi crescono in Italia

I primi sei mesi del 2023  l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (Irpi) del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha segnalato 25 eventi tra frane, inondazioni e allagamenti, con un totale di 20 morti e 11 feriti. A differenza del 2022 in cui nei primi sei mesi è stato registrato solo un evento e un ferito; mentre la seconda parte dell’anno ha visto crescere i numeri di disastri e vittime chiudendo l’anno con 21 eventi relativi a frane, inondazioni e allagamenti con 23 morti, 1 disperso e 26 feriti.

Le regioni con maggiori emergenze nel 2023 ad oggi sono state: Emilia Romagna, duramente colpita dall’alluvione del maggio scorso, che ha dovuto affrontare ben 16 eventi alluvionali, con 16 morti e 4 feriti; Lombardia con 3 eventi, 1 morto e 4 feriti, e Sardegna con 2 eventi e 2 morti

La tecnologia per fare prevenzione

Satelliti di osservazione della Terra, dotati di sensori nella banda del visibile, infrarosso e radar possono dare un contributo importante per il monitoraggio di frane e alluvioni. Mentre i sensori posizionati sul territorio a rischio, come i radar meteo o le stazioni di rilevamento disseminate lungo la rete idrografica, possono dare un supporto importante nella indicazione di eventi meteorologici estremi informando permettendo di informare per tempo la popolazione.

 

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