A settembre caldo record e riduzione del ghiaccio marino

I dati di Copernicus continuano a mostrare l’incremento della temperatura, con effetti anche sulla calotta polare

Copernicus climate change service (C3s) conferma che l’anno in corso registra valori record riguardo le temperature. Dopo i primati di gennaio e maggio, che sono risultati i più caldi di sempre, anche settembre si pone in testa alla classifica.

La situazione a livello globale dei record riguardo le temperature

Le temperature nettamente sopra la media registrate sulle coste settentrionali siberiane, in Medio Oriente e in alcune porzioni del territorio sudamericano e australiano hanno reso settembre scorso il mese più caldo di sempre, con 0,05° C più caldo di settembre 2019. In particolare, la regione siberiana è quella che ha registrato i valori più elevati rispetto alle medie: già in inverno sono state superiori di 10° C e in estate di 5° C con un massimo di 38° C.

Temperature più fredde della media si sono state nel Pacifico equatoriale orientale, a causa della presenza de “La Nina” (un modello meteorologico complesso che si verifica a cadenza di alcuni anni, come risultato delle variazioni delle temperature oceaniche nel Pacifico equatoriale, quando l’acqua calda superficiale del Pacifico si sposta verso ovest, quella fredda dei fondali migra verso la superficie delle coste sudamericane).

In Europa altro primato

Anche nel nostro Continente abbiamo avuto un settembre da record: 0,2° C superiore al primato precedente del 2018. Il fatto più significativo è che negli ultimi due decenni le variazioni sono state abituali, quindi non rappresentano un evento insolito.

Il ghiaccio marino artico

Seguendo una tendenza in atto già da alcuni decenni, lo spessore della porzione ghiacciata dell’oceano Artico ha registrato a settembre un nuovo decremento, il secondo valore più basso di sempre (settembre è il mese in cui la calotta di ghiaccio artica raggiunge il valore minimo durante l’anno). Come abbiamo visto sopra, parte della responsabilità è da ricercare nella temperatura atmosferica sensibilmente superiore alla media registrata nel mese. Altra causa determinante la ridotta estensione di ghiaccio è da ricercare nell’aumento della temperatura dell’acqua marina causato da questa riduzione, che porta le radiazioni solari ad agire più in profondità e più a lungo durante la stagione estiva. Carlo Buontempo, direttore di Copernicus climate change service, conclude: “Nel 2020, si è verificato un calo insolitamente rapido dell’estensione della banchisa artica nei mesi di giugno e luglio, nella stessa condizionando il livello minimo della banchisa artica che quest’anno è particolarmente basso. La combinazione di temperature record e il basso livello della banchisa artica nel 2020 sottolinea l’importanza di un monitoraggio migliore e più completo in una regione che si riscalda più velocemente che qualsiasi altra parte del mondo”.

Il grafico sottostante illustra le variazioni tra le temperature registrate negli anni e le differenze con le medie del periodo 1981-2010

global temperature copernicus

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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.