rifiuti elettronici

Il problema dei rifiuti elettronici in Nigeria non è più solo di natura ambientale, ma sta purtroppo investendo anche la salute pubblica, richiamando l’attenzione dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Essa infatti in un suo report avverte sul fatto che l’esposizione delle donne incinte ai rifiuti elettronici aumenta il rischio di nati morti e nascite premature.

Un fenomeno in aumento

In Nigeria, l’esposizione ai rifiuti elettronici è in aumento a causa dello smaltimento indiscriminato e ai metodi di riciclo quantomeno informali. Molte discariche poi, si trovano a ridosso delle aree residenziali, esponendo la popolazione ai componenti tossici di questo tipo di rifiuti, che vengono costantemente incendiati, rilasciando fumi tossici nell’atmosfera e contaminando l’acqua potabile sotterranea.

Il ricercatore esperto di contaminazione ambientale della Federal University of Technology di Akure, Okunola Alabi, ha parlato del problema dei rifiuti elettronici in Nigeria, affermando che nel 2020, ha riferito del bioaccumulo di metalli pesanti nel sangue dei bambini esposti ai rifiuti elettronici, accompagnato da significativi danni al Dna.

Donne e bambini i soggetti più a rischio 

Le donne costituiscono circa il 40% di tutti i lavoratori informali impiegati nel riciclo e nell’estrazione di componenti di valore dai rifiuti elettronici.

Gli studi sugli effetti dei rifiuti elettronici su donne e bambini sono limitati in Nigeria, ma da alcune ricerche in questo campo emerge che, secondo i lavoratori e i residenti di Lagos la percezione del rischio a causa di questo tipo di rifiuti è elevata. 

Una ricerca condotta dal succitato prof. Alabi mostra che, l’aborto spontaneo e il cancro sono stati segnalati dalle donne che lavorano e vivono vicino ai due maggiori mercati elettronici di Lagos. L’aborto spontaneo e il cancro rappresentavano rispettivamente il 5,3% e il 6% dei problemi di salute riportati in questo studio. 

Molte delle sostanze chimiche contenute nei rifiuti elettronici hanno dimostrato di avere il potenziale di causare danni al Dna sia nelle madri che nei feti. Lo smaltimento indiscriminato e il riciclo informale sono un serio rischio per la salute pubblica, soprattutto per le donne incinte e le donne in età riproduttiva.

Lo smaltimento dei rifiuti elettronici in Nigeria

Nel Paese è assente un sistema di attività di riciclo ufficiale dei rifiuti, per non parlare delle politiche di gestione degli stessi.

Essenzialmente, i materiali di scarto elettronici vengono smaltiti con i rifiuti solidi urbani, scaricati in modo informale o lasciati in case, uffici e magazzini. 

Ancor peggio, quando vengono bruciati all’aperto volumi significativi o riciclati grossolanamente. Questo modo di smaltirli inquina l’ambiente e ovviamente attenta alla salute dei lavoratori di questi siti e degli abitanti che risiedono nei pressi. Bruciare i rifiuti elettronici aumenta irreversibilmente il tasso di contaminazione delle acque sotterranee con sostanze chimiche tossiche, che finiscono nell’acqua che dovrebbe essere potabile e invece viene contaminata propagando infezioni e malattie di varia natura.

I componenti dei rifiuti elettronici sono tossici e non sono biodegradabili, quindi, una volta smontati e riciclati in modo improprio, vengono rilasciati nell’ambiente metalli tossici e sostanze inquinanti.

Le stime dell’Oms

L’Oms stima che, nel 2019 la Nigeria ha generato 64,2 miliardi di valore di rifiuti elettronici, attestandosi in Africa al secondo posto dopo l’Egitto.

Sommando l’entità dei rifiuti generati dalla Nigeria con quelli importati, appare chiaro che la contaminazione dell’ambiente ad opera di sostanze chimiche pericolose sia oramai giunta ad un livello allarmante. 

Possibili soluzioni

I governi a tutti i livelli sono chiamati a porre rimedio sia al problema ambientale che a quello della salute pubblica dei suoi cittadini. 

Il governo dovrebbe bonificare il suolo e l’acqua contaminati nelle discariche, il governo federale deve separare le aree residenziali dai mercati elettronici per prevenire l’esposizione dei residenti ai contaminanti.

Inoltre, se i componenti dei rifiuti elettronici venissero recuperati e riciclati in modo sicuro e attraverso standard accettabili, si potrebbe generare anche ulteriore reddito. 

Altra priorità, in seguito alle scarse ricerche a disposizione, è quella di studiare gli effetti dei contaminanti sulla salute umana, considerando l’alto livello di questi presente nel suolo, nell’acqua di pozzo e nelle piante commestibili.  

Invece, la National environmental standards regulations enforcement agency dovrebbe controllare lo smaltimento indiscriminato dei rifiuti, con l’intento di ridurre le discariche aperte e i roghi.

Il ruolo dei cittadini

I cittadini devono informarsi sui pericoli dei rifiuti elettronici e su come smaltirli. Dovrebbero scegliere responsabilmente quando acquistano apparecchiature elettroniche, controllando se contengono sostanze tossiche e se possono essere riciclate.

Una legislazione inesistente in materia

I lavoratori dei mercati elettronici invece, devono indossare indumenti protettivi ed essere tutelati dalla legislazione. Quest’ultima, praticamente inesistente sulla materia, dovrà occuparsi di rifiuti elettronici, prendendo come esempio le regole stabilite dall’Unione Europea e il progetto di legge della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma della Cina, che potrebbero divenire delle linee guida nel Paese.

Ulteriori azioni da mettere in campo

Ulteriori azioni da mettere in campo sono: finanziamenti adeguati per la gestione dei rifiuti, sostenere le imprese di riciclo e smaltimento e sviluppare la tecnologia di gestione. I produttori, gli importatori e i rivenditori dovrebbero essere responsabili della raccolta, del riciclo e dello smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Infine, il Paese necessita anche di un sistema di standard e di certificazione per le apparecchiature di seconda mano.

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