Reti fantasma, grazie al progetto Mo.Ri.Net sono state raccolte due tonnellate di rifiuti sui fondali

L’iniziativa, cui ha preso parte anche l’Ispra, si è concentrata nelle aree marine protette dell’Isola dell’Asinara e di Capo Carbonara in Sardegna.

  • Il 24 febbraio a Porto Torres sono stati presentati i risultati del progetto Mo.Ri.Net, durato 18 mesi.
  • L’obiettivo era quello di recuperare attrezzi fantasma e altri tipi di rifiuti presenti sui fondali marini.
reti fantasma
Foto di Fredrik Öhlander/Unsplash

I cosiddetti “attrezzi fantasma” sono quelli che vengono persi o abbandonati durante le attività di pesca: reti da posta, trappole, nasse, dispositivi di aggregazione dei pesci, e così via. Una quantità compresa fra 500mila e un milione di tonnellate di queste attrezzature finisce negli oceani ogni anno, in base a una stima della FAO, divenendo un pericolo per gorgonie, coralli e tutte le specie marine.

In un anno e mezzo, il progetto Mo.Ri.Net “Monitoraggio, censimento, raccolta e avvio al riciclo delle reti fantasma” ha portato al recupero di circa due tonnellate di rifiuti – compresi sacchetti e lattine – in prossimità delle aree marine protette dell’Isola dell’Asinara e di Capo Carbonara in Sardegna. Il progetto, frutto di un partenariato composto da ISPRA, PolieCo, Università degli Studi di Siena, AMP Isola dell’Asinara e AMP Capo Carbonara, si è suddiviso in tre fasi. I risultati sono stati presentati il 24 febbraio a Porto Torres.

Le tre fasi del progetto

Durante la prima fase, i ricercatori hanno raccolto una serie di dati relativi alla biodiversità delle due aree marine, con la descrizione dei popolamenti presenti e l’individuazione di habitat, specie protette, zone di pregio e di rilevanza conservazionistica. Grazie all’utilizzo dei ROV (Remotely Operated Vehicles) è stato possibile anche censire i rifiuti presenti sui fondali. Nel Golfo dell’Asinara sono stati trovati mediamente 97 oggetti/km2, con un massimo di 732 oggetti/km2, ma in alcune cale (per la precisione 4 su 37) non è stato rinvenuto alcun rifiuto.

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Gli oggetti sono poi stati prelevati durante la seconda fase del progetto, che ha visto il recupero di circa due tonnellate di reti da pesca e altri tipi di rifiuti. Oltre all’ausilio del nucleo Carabinieri Subacquei di Cagliari, è stato prezioso il contributo dei pescatori che hanno fornito supporto logistico e raccolto a bordo dei pescherecci i detriti rimasti impigliati nelle reti durante la loro attività di pesca. La terza fase avrebbe dovuto prevedere il riciclo dei materiali recuperati, ma purtroppo questi si sono rivelati non idonei al trattamento e sono stati quindi avviati a smaltimento.

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