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Barriera sul Po – Sperimentazione Il Po d’Amare. Foto d’archivio

Dopo Ferrara e Torino, il progetto sperimentale Il Po d’aMare, con il sistema di barriere galleggianti antiplastica fa tappa e Sacca di Colorno in provincia di Parma. Alla squadra guidata dall’Autorità distrettuale del fiume Po e costituita dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Castalia operations e il consorzio Corepla si aggiunge Davines, azienda cosmetica parmense.

Recupero e analisi dei rifiuti galleggianti

La sperimentazione, che a novembre è stata rimandata per la piena del Po, consentirà di intercettare i rifiuti abbandonati prima che arrivino al mare Adriatico e, per l’azione corrosiva di acqua e sole, si scompongano in microplastiche. Come avvenuto a Ferrara e a Torino, anche a Sacca di Colorno i rifiuti saranno recuperati da piccole imbarcazioni e conferiti ai centri di raccolta del sistema di riciclo nazionale solo dopo un’accurata selezione. La raccolta permetterà di analizzare la provenienza, la tipologia e la quantità di rifiuti. La plastica, in particolare, sarà selezionata per massimizzarne il riciclo e sviluppare nuovi utilizzi.

Sperimentazione anche in altri fiumi

Il fiume Po ha un bacino che include circa 16 milioni di persone, 4 regioni e 13 province. Ma ci sono altri corsi d’acqua di ampia portata interessati dal fenomeno dell’inquinamento marino. L’auspicio dei promotori è di estendere l’iniziativa ad altri fiumi italiani. Intanto a Torino il 20 gennaio sono state rimosse le barriere galleggianti e presto, assicura Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, saranno presentati i risultati della sperimentazione.

 

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