Supporto dei numeri e riduzione del rischio: le soluzioni vincenti dell’Esperto

NuDocente presso il Politecnico di Milano (dal 1998 a oggi) e l’Enea Fire con corsi rivolti agli Energy Manager, Stefano Rugginenti si occupa da vent’anni di efficienza energetica, contrattualistica (Servizio Energia) per Pubbliche amministrazioni ed Industria e diagnostica e riqualificazione degli edifici e dei processi industriali. Ha collaborato a progetti europei (Save, IEE).

Quali sono i vantaggi derivanti dall’attuazione di interventi di efficientamento energetico?

La riduzione del consumo, e conseguentemente del costo dell’energia è, in genere, l’obbiettivo prioritario. Negli interventi sugli edifici però non va dimenticato il miglioramento del comfort indoor. I vantaggi di immagine, connessi ai benefici ambientali indotti, soprattutto se misurabili (ad es. riduzione della CO2), diventano ogni giorno più importanti come risultato da presentare sul mercato, per le imprese, o ai propri cittadini, per le PA.

Come si possono ottenere questi risultati?

Con interventi strutturali (sostituzione e/o integrazione delle tecnologie esistenti) o gestionali (miglioramento del processo di trasformazione/uso dell’energia e regolazione) e con modifiche comportamentali (formazione e sensibilizzazione per variare i comportamenti individuali). Non esiste una soluzione ma, in genere, un mix di possibilità. È compito del consulente prospettare le varie alternative supportando il decisore con corrette analisi dei risultati/benefici raggiungibili e dei costi/sforzi necessari per ottenerli.

Quale impatto economico hanno avuto sul bilancio queste attività?

Nel breve periodo dipende da chi ha finanziato l’intervento; nel medio-lungo periodo si registra un’importante riduzione dei costi. Ad es. una PA ha ridotto la base d’asta del proprio servizio energia del 15% pur avendo aggiunto nuovi edifici per un volume aggiunto stimato pari al 10%.

In quanto tempo le imprese sono rientrate nei termini dell’investimento?

Dipende dall’intervento: quelli sulla regolazione sono in genere i più rapidi (da 6 a 48 mesi), vengono poi quelli sulla produzione/trasformazione (da 4 a 6 anni) mentre hanno tempi più lunghi quelli sull’involucro e sull’utilizzo delle rinnovabili. Il poter ricorre a forme di incentivazione e/o finanziamenti cambia, anche sensibilmente, i tempi di payback. Gli interventi sui processi sono molto influenzati dal caso puntuale ed è più complesso definire un tempo medio.

Crede che le aziende con le quali ha collaborato svilupperanno nuove opportunità di investimento?

Si, in genere viene richiesto se c’è un’ulteriore possibilità e il consulente deve ricordare che, se ha ben operato, i nuovi interventi saranno meno efficienti dei precedenti.

Con quali fondi sono stati realizzati questi progetti?

Secondo casi e disponibilità. Ad esempio attraverso il ricorso al finanziamento tramite terzi TPF, da utilizzare in contratti EPC, che permette di sostenere l’azione di riqualificazione mediante il risparmio indotto dall’intervento stesso e, perciò, senza variare il profilo di costo (costi di gestione, spesa corrente) e di indebitamento (bancario, spesa in conto capitale). Ho utilizzato anche fondi europei.

Come può un EGE consulente esterno inserirsi nella pianificazione di queste misure per l’efficienza?

La presenza di un EGE dimostra interesse e sensibilità. L’approccio più utile è mediante corrette analisi (studi di fattibilità) che dimostrino il potenziale vantaggio, per l’assistito, nell’utilizzare l’efficienza energetica. Il supporto del numero e, a volte, la riduzione del rischio, sono spesso soluzioni vincenti. Il consulente deve però capire il tipo di decisore che ha di fronte e tarare il proprio intervento secondo le sensibilità della controparte.

Spesso l’EGE ha difficoltà ad agire sui decisori aziendali: come sensibilizzarli?

Onestamente non ho avuto particolari difficoltà a proposito. Credo sia una difficoltà maggiore per l’EGE aziendale, soprattutto se individuato per ottemperare ad un obbligo normativo e non considerato un plus. L’EGE consulente è stato chiamato ed individuato e, in genere, viene almeno ascoltato.

Il quadro normativo in tema di efficienza energetica risulta chiaro e complesso? Il quadro normativo è ragionevolmente chiaro ed un EGE deve muoversi all’interno dello stesso senza difficoltà.

Esistono delle criticità sulle quali occorrerebbe intervenire? E’ certamente possibile migliorare ma non particolari criticità.

Studiare da EGE: corsi, master e scuole per la nascita di figure specializzate. Quanto conta la formazione? La formazione è fondamentale e deve essere continua (anche mediante il semplice studio). La necessità di avere una solida preparazione tecnica accompagnata da una buona conoscenza normativa (non solo settoriale) e degli strumenti economico-finanziari rende necessario il ricorrere a sistemi di formazione.

Quali sono i parametri adottati per valutare le competenze dell’Esperto? Conoscenza, esperienza e risultati prodotti sono quanto un buon EGE propone. Purtroppo spesso il costo diviene il parametro di scelta della controparte che deve essere disposta a pagare adeguatamente per fare un buon lavoro.  

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Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste