Un indice di circolarità per far girare l’economia in modo circolare

L'iniziativa di ICMQ guarda a costruire un'opportunità per le policy europee e nazionali

Parlano tutti di economia circolare ma in pochi possono misurarla secondo un approccio quantitativo e qualitativo. È quanto ha messo in pratica ICMQ società di certificazione e controllo che insieme ad Enel X e Cesi ha realizzato il Circular economy index e l’associazione Circular evolution. Un indice in grado di “calcolare numericamente la circolarità del prodotto lungo l’intero ciclo di vita”, come spiega ai microfoni di Canale Energia Lorenzo Orsenigo, presidente e direttore generale dell’azienda permette di studiare in modo replicabile, affidabile e credibile la circolarità dell’impresa.

I quattro indicatori dell’indice di circolarità

L’indice di circolarità così concepito permette di calcolare l’economia circolare effettiva di un’azienda o di un prodotto quattro indicatori. Si tratta della circolarità di: acqua materiali, rifiuti ed energia. Questi quattro valori vengono poi trasformati in un unico indice in grado di misurare la circolarità del prodotto. Nel calcolo si fa riferimento al ciclo di vita. “Direi che questa è la novità di quanto abbiamo sviluppato, perché tutti questi calcoli vengono effettuati secondo fasi del ciclo di vita codificate a livello internazionale. Gli stessi che servono ad esempio per calcolare la dichiarazione ambientale di prodotto”. Sembra una sottigliezza, ma in realtà è il dialogo tra indici tra forza del lavoro svolto.

Nel complesso l’indice può misurare tutto quello che viene prodotto in azienda, indipendentemente dal settore. Può trattare dall’automotive, all’elettromeccanica, al tessile e anche le rinnovabili. E’ il caso di un’azienda che ha recentemente completato la certificazione. Uno strumento che, ne è certo Orsenigo, in mano alla politica potrebbe favorire una policy nazionale in ottica di transizione energetica con misure mirate e quantificabili.

Un’azienda” spiega Orsenigo, “avendo a disposizione questi strumenti può misurare anche l’efficienza e l’efficacia di un prodotto. Nella stessa fase di progettazione” guardando quindi sia agli aspetti ambientali che economici. Come suggerirebbe tra l’altro l’Europa con le norme rispetto l’ecodesign. “Inoltre avendo questi indici che sono affidabili, credibili e ripetibili, cioè seguendo lo stesso schema anche diversi certificatori ottengono uno stesso risultato. Posso pensare di dare delle agevolazioni, non necessariamente economiche, per le imprese che hanno dei comportamenti virtuosi. Almeno in maniera premiale più che obbligatoria”.

L’impegno per un approccio europeo

L’intento è diventare un indice riconosciuto anche a livello europeo che possa sostenere le aziende nel percorso di transizione energetica e che si possa integrare con altri già esistenti. Un sistema che permetta di favorire una semplificazione dell’analisi e dell’audit complessiva.

Oggi si sta discutendo molto di economia circolare a livello legislativo europeo. Quindi quello che si sta cercando di impostare è che ci sia un parallelismo tra la circolarità e la certificazione ambientale di prodotto (Epd) i cui valori dovrebbero diventare congrui e coerenti. Per far questo Ecoplatform, associazione che riunisce tutti i programme operator cioè coloro che rilasciano le dichiarazioni ambientali a livello europeo, ha fatto uno studio per capire come questi indici di circolarità si possono integrare tra loro. Abbiamo riscontrato che ci sono più di 50 indici di circolarità nel mondo ma di questi solo una dozzina solo quantitativi, gli altri sono qualitativi. Solo 5 o 6 danno luogo a misurabilità ragionevole. L’indice Circular evolution è comparabile e per certi versi anche più comparabile con l’EPD di quello ad oggi più usato che è quello della McArthur Foundation”.

La strada è lunga ma ben avviata come rimarca il presidente e DG di ICMQ “Al momento è in corso una sperimentazione tra i due indici. La proposta che vogliamo fare alla Commissione  Europea è una modalità di integrare gli indici di circolarità all’interno delle Dichiarazioni ambientali di prodotto”.

Il ruolo della associazione Circular evolution

“Lo scopo della associazione è fare cultura sulla circolarità. Finora sono stati sviluppati tre sistemi di certificazione: uno per il sito, uno per l’organizzazione e uno per il prodotto. L’associazione inoltre ha il compito di gestire questi schemi di certificazioni”. Ma l’obiettivo è anche aprire ad altri organismi di certificazione che si possono accreditare alla associazione e operare sul settore.

“Abbiamo fatto un investimento e creato del valore e uno schema che abbiamo messo a disposizione del nostro sistema Paese. Da un punto di vista di sostenibilità uno dei valori in cui crediamo è dare la possibilità a tutti che possano accrescere il comportamento sostenibile di un intero sistema”.

 

Print Friendly, PDF & Email

Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.