Termovalorizzazione, il fabbisogno impiantistico è pari a 2,35 milioni di tonnellate

A rivelarlo è uno studio di Utilitalia, dal titolo “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”.

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Foto Pixabay

Per raggiungere gli obiettivi europei riguardanti l’economia circolare, servono anche nuovi termovalorizzatori: il fabbisogno impiantistico al 2035, secondo Utilitalia, è di circa 2,35 milioni di tonnellate. Presentando il suo ultimo studio sui rifiuti alla fiera Ecomondo di Rimini, la Federazione ha ribadito come, senza una decisa inversione di tendenza, sarà impossibile centrare l’obiettivo europeo del 65 per cento di riciclaggio effettivo sul totale dei rifiuti raccolti (considerando che al momento siamo al 48,1 per cento).

Il peso dello smaltimento in discarica

Al momento, l’Italia avvia a discarica una media del 19 per cento dei rifiuti urbani, mentre l’Unione europea ha stabilito di scendere al di sotto del 10 per cento entro il 2035. Nel 2021, in particolare, abbiamo prodotto 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani: 5,6 milioni di tonnellate sono state smaltite in discarica e 3,7 milioni di tonnellate sono state trattate in regioni diverse da quelle di produzione, cosa che ha comportato l’emissione aggiuntiva di oltre 55mila tonnellate di CO2 e 75 milioni di euro in più sulla Tari.

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Il fabbisogno impiantistico a livello geografico

“I territori che registrano le percentuali più alte di raccolta differenziata sono quelli in cui è presente il maggior numero di impianti di termovalorizzazione. Questo dimostra che la raccolta differenziata per il riciclo e gli impianti non sono due elementi contrapposti, ma rappresentano due facce della stessa medaglia”, spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia.

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Fonte: “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”, Utilitalia 2023

Guardando al fabbisogno impiantistico su base annua, il nord risulterà in deficit di 150mila tonnellate; il centro avrà bisogno di termovalorizzare ulteriori 1,15 milioni di tonnellate, mentre il sud avrà un fabbisogno di recupero energetico di 550mila tonnellate. Per la Sicilia il deficit sarebbe di 550mila tonnellate, per la Sardegna di 150mila tonnellate.

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