L’Italia è leader in Europa nel riciclo dei rifiuti, ma deve rafforzare i mercati delle materie prime seconde

I risultati del rapporto “Il riciclo in Italia 2023”, presentato oggi a Milano.

Il tasso italiano di riciclo dei rifiuti ha raggiunto il 72 per cento, a fronte di una media europea del 58 per cento. “La nostra industria del riciclo fa scuola in Europa: anche l’ultima versione del regolamento sugli imballaggi ne riconosce l’importanza. Uno stimolo a fare sempre meglio, soprattutto in un Paese povero di materie prime come il nostro: dobbiamo potenziare i risultati nazionali avendo la tutela ambientale come vero, unico obiettivo. Credo sia il momento di unire le forze e impegnarsi in questa direzione”, ha commentato Ignazio Capuano, presidente del Consorzio nazionale imballaggi (Conai), alla Conferenza nazionale sull’industria del riciclo svoltasi oggi (14 dicembre) a Milano.

Le percentuali di riciclo degli imballaggi

Nel corso della conferenza, promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il Conai e Pianeta 2030 (il mensile del Corriere della Sera), è stato presentato il rapporto “Il riciclo in Italia 2023”. Il report evidenzia come i tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si siano assestati ormai su livelli di eccellenza:

  • carta, vetro e acciaio primeggiano con un tasso di riciclo dell’81 per cento;
  • gli imballaggi in legno hanno un tasso di riciclo del 63 per cento, più del doppio rispetto al 30 per cento previsto dall’ UE al 2030;
  • gli imballaggi in alluminio hanno un tasso di riciclo del 74 per cento, a fronte di un obiettivo europeo del 60 per cento;
  • la plastica raggiunge il 48,6 per cento, a poca distanza dal 50 per cento richiesto dall’UE.
riciclo Italia
Fonte: report “Il riciclo in Italia 2023”

Ottimi i risultati anche sul fronte del riciclo dei rottami ferrosi e del recupero degli oli minerali usati. La situazione risulta critica, invece, sul fronte dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE): il tasso di riciclo raggiunge appena il 34 per cento, ben al di sotto dell’obiettivo del 65 per cento.

Un’economia davvero circolare

Il rapporto include un focus sui mercati delle materie prime seconde che, stando all’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), sono fondamentali per la creazione di un’economia circolare in Europa, poiché consentono ai materiali riciclabili di rientrare nella catena del valore della produzione, riducendo così la dipendenza dalle risorse primarie. Allo stato attuale, però, solo tre mercati su otto funzionano correttamente (alluminio, carta, vetro). Gli altri cinque (legno, plastica, rifiuti organici, rifiuti da costruzione e demolizione e tessili) “non sono ben funzionanti”, avverte l’EEA. Occorrerà lavorare su questo, e non solo: per far fronte alla domanda crescente di batterie, che crescerà di 14 volte da qui al 2030, occorreranno tecniche avanzate per aumentare le quantità riciclate di rame, litio, nichel e cobalto provenienti dalle batterie esauste.

Leggi anche: L’Italia non sta sfruttando appieno il potenziale dell’economia circolare

Print Friendly, PDF & Email

Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Un team di professionisti curioso e attento alle mutazioni economiche e sociali portate dalla sfida climatica.