Circolarità e competitività europea, serve un approccio trasversale tra settori

Il dibattito al Forum Erion su modelli circolari per la crescita che si è svolto a Roma il 10 giugno

Qual è il confine tra un prodotto a fine vita e un rifiuto? In un momento in cui il tema delle materie prime critiche è sempre più cogente e l’attenzione alle risorse del Pianeta sempre più urgente il recupero della materia è un elemento sempre più centrale nella strategia di resilienza climatica. Agire diventa centrale sia nel ottimizzare il sistema di recupero, sia nella necessità di smontare i luoghi comuni sulla raccolta differenziata. Attività che va di pari passo con il portare avanti un green industrial deal.

Con queste premesse si aprono i lavori del Forum Erion su modelli circolari per la crescita a Roma il 10 giugno.

La sfida della politica per costruire una economia circolare solida

I problemi del Green deal si devono sopratutto al cambiamento di scenario geopolitico e a una incapacità di resilienza del comparto industriale inoltre è mancata una pianificazione con l’industria secondo Benedetta Scuderi europarlamentare di Alleanza verdi e sinistra. “Serve una visione strategica di insieme e sugli investimenti e come farli con un approccio che vede la circolarità come un elemento trasversale della competitività europea” conclude.

“Abbiamo bisogno di una politica industriale verde che aiuti tutta la galassia di imprese che hanno deciso di scommettere sulla politica circolare” sottolinea Antonio Misiani senatore PDlavorando su due direzioni: incentivi fiscali e semplificazioni normative con certezza di operare nel giusto, senza incorrere in sanzioni. Serve infine lavorare su formazione e competenze”. Il tutto mirando a rendere “conveniente” l’economia circolare con “scelte coraggiose” in cui “il pubblico deve dare l’esempio”.

Il settore del tessile è uno dei più impattanti sulle risorse ambientali, ricorda Laura D’Aprile capo dipartimento Mase. “Abbiamo deciso di anticipare alcune richieste della direttiva comunitaria. Abbiamo finanziato molti impianti per la gestione del rifiuto del tessile con il Pnrr per cui serve una pianificazione di questi sistemi. Su questo abbiamo posto in consultazione uno schema di regolamento del Epr tessile.”

dibattito politico a erion 2025

Oggi abbiamo un ulteriore elemento di sfida” afferma Massimiliano Salini europarlamentare FI. “Vedo un disordine istituzionale tra Commissione Europea con Parlamento e Consiglio europei che portano a una bulimia regolatoria con enormi contrapposizioni”. Citando come esempio la necessità di una disciplina ad hoc sui singoli Pfas, presto in discussione in UE, analizzando caso per caso la reale pericolosità di tali sostanze senza affrontarla in modo generico.

Importante anche agire su norme di sottoprodotti e barriere legislative che in parte arrivano dalla stessa Europa, come ricorda Leonardo Salvemini, avvocato e professore di diritto amministrativo e ambientale.

I numeri del recupero di Erion del 2025

268.350 tonnellate di rifiuti gestiti, quindi con un più 6% rispetto l’anno precedente. Un lavoro che ha permesso di reimmettere l’88% dei materiali recuperati nel ciclo produttivo. Un’azione che ha permesso di evitare l’emissione di 795.000 tonnellate di CO2 equivalenti in atmosfera ma anche 1,4 milioni di m3 di acqua e 332 milioni di kWh di consumi energetici. Questi numeri complessivi del recupero di materiali effettuato dai consorzi gestiti da Erion.

Erion 2025
Nella foto Danilo Bonato direttore sviluppo strategico e relazioni istituzionali Erion. Credits Agnese Cecchini

 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.