Rinnovabili, nella Regione Lazio ferme negli uffici autorizzativi

Necessaria "una transizione culturale" raggiungere gli obiettivi della transizione energetica. Pubblicato il report di Legambiente Lazio

Rinnovabili, nella Regione Lazio la produzione è indietro. Il territorio riesce  a coprire solo il 16% dei consumi grazie a queste fonti. E’ quanto emerge dall’ultimo report stilato da Legambiente Lazio, presentato nel corso del “Forum energia del Lazio”, ieri 29 marzo, presso la casa dei Cavalieri di Rodi.

“La produzione lorda rispetto all’anno precedente registra un +7.2% di variazione relativa. La riduzione è enorme se raffrontata ai valori dell’anno 2000 quando erano circa 32 mila i GWh prodotti da fonte termoelettrica e in minima parte con idroelettrico. Nel 2021 tra le rinnovabili, fotovoltaico e idroelettrico prevalgono con valori netti, rispettivamente con 1701 GWh/anno e 1237 GWh/anno ricoprendo circa il 79% della produzione rinnovabile. Il contributo rimanente dipende dall’eolico per 148.0 GWh/anno, pari al 4% del totale e dalle bioenergie per 584.9 GWh/anno per un 16%“, si legge nel report. Un quadro che preoccupa in vista degli obiettivi della transizione ecologica.

“Rispetto alla scorsa edizione del 2019 non ci sono grandi salti in avanti nella produzione di energia da fonti rinnovabili” sottolinea il presidente di Legambiente Lazio Roberto Scacchi. La causa secondo Scacchi è da ricercare nella lentezza di alcuni processi burocratici, dovuta spesso anche al ridotto personale nei Comuni e nella Regione in grado di gestire la richiesta che, fortunatamente, è alta. Molti progetti “sono fermi al palo” inoltre “non arrivano ancora i decreti attuativi delle comunità energetiche” di cui sono partite molte richieste. Serve anche un maggiore apporto nei uffici della VIA VAS del Ministero. Una situazione che comporta una produzione energetica importante dalla centrale a carbone di Civitavecchiache è il luogo più inquinato di Italia“, ricorda il presidente di Legambiente Lazio.

Il ruolo di un’associazione ambientalista come Legambiente nella transizione energetica

“Siamo convinti che bisogna liberarsi dalla nostra dipendenza (energetica n.d.r.) dall’estero non solo dalla Russia” sottolinea Stefano Ciafani, presidente Legambiente Nazionale intervenuto alla giornata. “Per farlo dobbiamo utilizzare le fonti energetiche rinnovabili che non dobbiamo comprare da nessuno“.

Per riuscire a rispettare le scadenze della crisi climatica in corso è fondamentale secondo Ciafani semplificare gli iter autorizzativi, ma soprattutto superare un importante problema autorizzativo che vede un’azione di contrapposizione tra i due Ministeri Cultura e Ambiente e Sicurezza energetica. Il nodo sta spesso nelle sovraintendenze regionali che bloccano aprioristicamente i nuovi impianti di rinnovabili. Non può spettare sempre a Palazzo Chigi “dover dipanare i due dissidi tra di due Ministeri” sottolinea Ciafani. Parte di questa problematica va risolta con una transizione energetica che sia in primis culturale e su questo le associazioni ambientaliste svolgono un ruolo importante sul territorio.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.