Gli italiani e la conoscenza delle comunità energetiche rinnovabili: il rapporto di Fondazione Symbola, Ipsos e Gruppo Tea

Non tutti sanno come funzionano le CER in Italia, ma è opinione diffusa che costituiscano un valido aiuto contro la crisi energetica.

  • Il due dicembre, Fondazione Symbola, Gruppo Tea e Ipsos hanno presentato un rapporto intitolato “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo”.
  • Il report analizza il grado di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche nel Paese.

comunità energetiche rinnovabili, CER

Il 28 novembre, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha dato il via alla consultazione pubblica sullo schema di decreto relativo alle comunità energetiche rinnovabili (CER), associazioni di cittadini o imprese che decidono di produrre energia pulita. Sono state introdotte in Italia grazie alla conversione in legge del decreto Milleproroghe 162/2019 e rappresentano un fenomeno in crescita: cercandole sul canale italiano di Google si ottengono più di tre milioni di risultati, e la loro ricerca sulla piattaforma è quadruplicata nell’ultimo anno. È quanto emerge dal rapporto “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo”. Realizzato da Fondazione Symbola, Gruppo Tea e Ipsos, è stato presentato a Mantova il due dicembre.

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Pochi conoscono davvero le CER, ma molti ne sono attratti

Il report analizza il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche nel Paese, in particolare nel mondo imprenditoriale, in quello ecclesiale e nella società civile. Circa una persona su sei e tre imprese su quattro ne hanno sentito parlare. Solo il 13 per cento dei cittadini e il 32 per cento delle aziende, però, conosce bene il concetto di CER; percentuale che sale al 47 per cento nel caso dei referenti diocesani.

Le comunità sono ritenute dei validi aiuti contro la crisi energetica e, nel caso delle imprese, anche un mezzo per rafforzare il legame con il territorio e valorizzare la propria immagine. Anche se numericamente più marginali, non mancano giudizi positivi dal punto di vista dell’impatto sulla società e sull’ambiente, grazie alla riduzione della povertà energetica e all’adozione di un modello più sostenibile.

È importante velocizzare la diffusione di questo strumento

“Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica, ridurre i costi delle bollette, rendere l’Italia più libera da ricatti energetici puntando sulle rinnovabili. Tuttavia, resta molto da fare: In particolare, va colmato il ritardo accumulato nell’approvazione dei decreti attuativi”, ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.

Circa il 60 per cento dei cittadini e il 56 per cento delle imprese si dichiara propenso a far parte di una CER. L’85 per cento dei referenti diocesani ritiene che le CER possano incidere positivamente in termini di aumento dell’energia rinnovabile prodotta in Italia, ma il 43 per cento è convinto che solo alcune parrocchie riusciranno a dotarsi di questo strumento nei prossimi anni. Sono soprattutto le imprese a credere che le comunità si svilupperanno in tempi brevi: di certo, c’è da sperare che la consultazione pubblica del Ministero porti a risultati concreti. E tutti possono partecipare.

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