L’avanzata delle rinnovabili in Italia incontra una serie di ostacoli

Ecco i dati del Rapporto sulle energie rinnovabili 2023 dell’Energy&Strategy del Politecnico di Milano.

rinnovabili Althesys
Foto di Jason Blackeye/Unsplash

Le fonti energetiche rinnovabili si stanno diffondendo troppo lentamente in Italia. Senza un’accelerazione, le FER arriveranno a coprire solo il 34 per cento del nostro fabbisogno elettrico nel 2030, contro il 65 per cento richiesto dal piano europeo Fit for 55 e l’84 per cento auspicato dal REPowerEU. È l’allarme lanciato dall’Energy&Strategy del Politecnico di Milano che, il 22 maggio, ha presentato il suo Rapporto sulle energie rinnovabili 2023.

L’andamento di eolico e fotovoltaico

I poco più di 3 GW aggiunti nel 2022 (526 MW di eolico e 2,5 GW di fotovoltaico), benché rappresentino una crescita del 125 per cento sul 2021 e abbiano portato la capacità FER installata a 63,6 GW, sono appena un terzo dei circa 10 GW che dovremmo aggiungere annualmente per tenere il passo.

A fine 2022 la potenza totale installata da fotovoltaico superava i 25 GW complessivi, di cui 2,5 GW aggiunti nell’ultimo anno e suddivisi in 295mila nuovi impianti, con una crescita trainata soprattutto da quelli di piccola taglia nelle regioni del nord Italia. Per quanto riguarda l’eolico, a fine 2022 la capacità installata si avvicinava a 12 GW complessivi, con appena 0,5 GW di nuove installazioni suddivise tra 208 impianti, realizzati prevalentemente in Sicilia e Puglia e quasi esclusivamente onshore.

I benefici della transizione energetica

Il raggiungimento dei target 2030 comporterebbe investimenti per le nuove installazioni tra i 43 e i 68 miliardi di euro (dipende se si considerano gli obiettivi “minimi” del PTE, pari a 63 GW di nuove installazioni, oppure quelli più ambiziosi di Elettricità Futura, pari a 82 GW), e genererebbe tra i 310mila e i 410mila nuovi posti di lavoro. Senza contare una riduzione delle emissioni di CO2 annuali da produzione di energia compresa tra 39 e 51 MtCO2 a partire dal 2030.

rinnovabili politecnico

Aste inefficienti e iter lunghi

Quali sono, allora, i fattori che rallentano la transizione? “L’inefficienza delle aste e le lungaggini degli iter autorizzativi sono tra i principali ostacoli alle installazioni da rinnovabili nel Paese”, spiega Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy. Guardando alle aste, la saturazione del contingente non ha mai superato il 30 per cento negli ultimi quattro bandi, soprattutto per gli impianti di grande taglia.

E “c’è un evidente disallineamento tra la velocità normativa europea e quella italiana: il mese scorso gran parte dei provvedimenti nazionali attesi per il 2022, tra cui decreti attuativi di recepimento della REDII e il Decreto FER II, non erano ancora stati promulgati, così come risultano in attesa di autorizzazione circa la metà dei progetti fotovoltaici ed eolici onshore presentati nel 2019 e il 60-65 per cento di quelli presentati nel 2020. Le percentuali arrivano a sfiorare il 100 per cento se si considerano i progetti del 2021 e del 2022, con un backlog complessivo di richieste che a inizio 2023 superava i 300 GW”.

Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy
Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy.

I PPA come strumento utile alla diffusione delle rinnovabili

Proprio a questo proposito, il dipartimento Energy&Strategy ha realizzato una survey coinvolgendo operatori che coprono oltre il 90 per cento del mercato elettrico italiano: i risultati mostrano come le valutazioni di investimento in impianti FER che si concludono con esito positivo si attestino attorno al 40-45 per cento, escludendo quindi oltre la metà dei progetti potenziali.

Leggi anche: REPowerEu e rinnovabili, le opportunità per la filiera italiana

Da questo punto di vista, i PPA (Power Purchase Agreement) rappresentano uno strumento di mercato a supporto della diffusione delle rinnovabili, ma in Italia ci sono delle barriere che li ostacolano. Fra queste, come ha evidenziato una seconda survey, troviamo: la distanza tra offtaker e produttori nel determinare le condizioni chiave dei contratti, l’estrema volatilità dei mercati wholesale e, ancora una volta, il complesso iter autorizzativo.

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