Gli effetti ambientali, sociali ed economici legati al cambiamento climatico rimangono la priorità dei manager italiani: secondo il 44% degli intervistati (37% a livello global), le organizzazioni ritengono questo problema più urgente rispetto al tema dell’innovazione (40%), alle prospettive economiche (38%), all’incertezza geopolitica (36%), alle sfide legate alla supply chain (33%) e alla competizione tra aziende per i talenti (29%). L’80% dei chief experience officer dichiara di aver aumentato gli investimenti green rispetto all’anno precedente: nel 15% dei casi l’aumento è significativo, mentre nel 65% dei casi l’incremento è di minore entità ma comunque significativo. Il 93% dei manager italiani e il 92% a livello globale è convinto che il successo aziendale possa andare di pari passo alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Sono queste alcune tra le evidenze messe in risalto dal CxO Sustainability report 2024 realizzato da Deloitte e condotto a livello globale su oltre 2.100 top manager provenienti da 27 Paesi in tutto il mondo.
Cambiamento climatico: per il 69% sarà elevato nei prossimi tre anni
Il 69% dei chief experience officer italiani prevede che il cambiamento climatico avrà un impatto elevato o molto elevato sulla propria azienda nei prossimi tre anni. Tra quelli più rilevanti vengono individuati il cambiamento dei modelli di consumo (64% Italia; 51% media globale), le politiche green adottate a livello nazionale e internazionale (58%; 49%) ma anche l’elevato costo delle risorse (55%; 47%). Le aziende italiane segnalano inoltre il cambio di passo imposto dalle nuove metriche e dal reporting ambientale (53%), ma anche dall’aumento della pressione della società civile (53%).
Il 76% dei manager italiani si dichiara preoccupato per il cambiamento climatico sempre o la maggior parte del tempo, una percentuale molto significativa e in notevole aumento rispetto allo scorso anno (59%). L’aumento della preoccupazione tra i dirigenti d’azienda è dovuto all’esperienza diretta di eventi climatici estremi: il 45% degli intervistati, infatti, ha vissuto in prima persona alluvioni e/o allagamenti, il 42% siccità e il 31% caldo estremo. Allo stesso tempo, però, gli intervistati risultano anche più ottimisti dell’anno scorso: l’87% degli italiani (e il 92% della media globale) pensa che a livello mondiale verranno adottate misure sufficienti per evitare gli impatti più drammatici del cambiamento climatico.
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Manager italiani sotto pressione da clienti e consumatori
Le organizzazioni sono sempre più sotto osservazione per la loro azione climatica. Ad esercitare pressione sono soprattutto gli investitori e gli azionisti (71% Italia; 60% media globale), i clienti e consumatori (65%; 58%), i membri dei consigli di amministrazione (60%; 59%) e la società civile (60%; 58%). In base alle rilevazioni, nel nostro Paese emerge una pressione da parte di azionisti e investitori più alta della media globale.
Le organizzazioni italiane e globali stanno adottando una serie di misure per centrare i loro obiettivi di sostenibilità: tra le più diffuse vengono indicate l’efficientamento energetico (62% in Italia; 49% media globale), l’uso di fonti d’energia rinnovabile (55%; 49%), l’impiego di materiali sostenibili (55%; 51%) e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi rispettosi del clima (49%; 48%). Sono però avvertite anche alcune barriere all’azione climatica: il 27% dei top manager in Italia (17% media globale) dichiara di riscontrare difficoltà nel misurare l’impatto ambientale, il 20% (18%) afferma che l’attenzione alle sfide aziendali a breve termine ha la priorità, mentre un altro 20% segnala una mancanza di requisiti per la rendicontazione.
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