Studiare i cambiamenti climatici nella storia grazie ai fossili

Lo studio sui Brachiopodi di un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università Statale di Milano e dall’Università degli Studi di Ferrara

Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università Statale di Milano e dall’Università degli Studi di Ferrara, ha compiuto un significativo passo avanti nella comprensione dei cambiamenti climatici nella storia analizzando conchiglie fossili di brachiopodi provenienti dall’Iran.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, rivela come questi antichi organismi marini possano essere utilizzati come preziosi archivi naturali per ricostruire le variazioni climatiche avvenute durante il Paleozoico al fine di comprenderne meglio gli effetti moderni.

Brachiopodi: archivio dei cambiamenti climatici nella storia

I brachiopodi, sebbene oggi siano rappresentati da poche centinaia di specie, dominavano gli oceani del Paleozoico (570-245 milioni di anni fa). La loro peculiarità risiede nella capacità di incorporare gli elementi chimici presenti nell’acqua marina nella loro conchiglia. Questo “registro chimico” consente agli scienziati di ricostruire le condizioni ambientali e climatiche degli oceani del passato con un livello di precisione elevato.

Marco Viaretti, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell’Università Statale di Milano e primo autore dello studio, spiega: “I brachiopodi, oggi rappresentati da qualche centinaio di specie, ma particolarmente diffusi e abbondanti nel Paleozoico, producono una conchiglia incorporando gli elementi chimici presenti nell’acqua del mare. Questi elementi possono quindi essere analizzati per ricostruire le condizioni ambientali e climatiche in cui questi animali hanno vissuto.”

Uno sguardo al passato per comprendere il presente

Lo studio si è concentrato su conchiglie fossili datate circa 260 milioni di anni fa, periodo
immediatamente successivo all’estinzione di fine Permiano Medio, uno degli eventi più catastrofici della storia della Terra, causato da intense attività vulcaniche nell’attuale Cina meridionale.

cambiamenti climatici nella storia
Foto di Pete Linforth da Pixabay

Attraverso un’analisi dei rapporti isotopici di ossigeno e carbonio nelle conchiglie, il team ha
ricostruito le variazioni periodiche della temperatura marina su scala annuale. I risultati hanno rivelato che la fase fredda post-estinzione è durata circa 2 milioni di anni, caratterizzata da forti oscillazioni stagionali delle temperature. In seguito, le condizioni climatiche sono diventate più calde e stabili, con una ridotta variabilità stagionale. Sorprendentemente, nonostante il brusco cambiamento climatico, le comunità di brachiopodi hanno mostrato una notevole resilienza, senza subire drastici
cali di biodiversità. Questo suggerisce una capacità di adattamento agli stress climatici superiori a quanto si pensasse.

Implicazioni per il futuro climatico

Secondo Lucia Angiolini, docente del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Statale di Milano e co-autrice dello studio,Le metodologie impiegate in questo studio potranno costituire un punto di partenza per l’analisi di altri intervalli del tempo geologico caratterizzati da variazioni del clima e offrire strumenti preziosi per comprendere meglio i cambiamenti climatici attuali e il loro impatto sugli ecosistemi e sulla biodiversità.”

In un’epoca in cui la crisi climatica globale rappresenta una delle sfide più urgenti per l’umanità, studi come questo dimostrano come il passato possa fornire lezioni fondamentali per interpretare le dinamiche del presente e del futuro. Le conchiglie fossili, custodi silenziose della memoria della Terra, ci raccontano una storia antica che grazie a questi studi risuona ancora oggi nel nostro presente.


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