Durante la Settimana mondiale dell’acqua, in svolgimento a Stoccolma dal 25 agosto scorso e fino al 30, si è approfondita l’analisi dell’impatto dell’aumento delle precipitazioni sulla disponibilità dell’acqua, soprattutto nel nord Europa, in particolare Norvegia, Svezia e alcune parti in Germania e Gran Bretagna. Alcune zone dell’Europa mediterranea, Spagna e Portogallo su tutte, rischiano, invece, di avere un tempo più arido. Questo contrasto causerà un aumento della temperatura dell’acqua nel Mediterraneo, modificando gli habitat delle specie acquatiche e la diffusione delle alghe.

In questo contesto, l’attività del Copernicus climate change service (C3s), il programma promosso dall’Ue per le previsioni meteorologiche a medio termine, ha affiancato quella dell’Istituto idrologico e meteorologico svedese (Smhi), con la creazione del Climate data store (Cds), per fornire informazioni puntuali e dettagliate sull’impatto del cambiamento climatico riguardo temperature, precipitazioni, disponibilità e qualità per la gestione della risorsa acqua. “Il servizio funziona su due livelli: da un lato forniamo proiezioni future delle risorse idriche in diversi scenari di emissione di gas serra, dall’altro generiamo previsioni di fluttuazioni di variabili come il flusso del fiume e l’umidità del suolo per i prossimi mesi. Questo è di grande aiuto per coloro che allocano risorse e progettano infrastrutture nel settore idrico”, afferma Peter Borg, a capo dell’unità di ricerca idrologica presso Smhi.

Queste modifiche climatiche causeranno anche variazioni sugli eventi nevosi, che insisteranno sulla portata d’acqua di fiumi e torrenti, impattando sulla produzione di energia, l’irrigazione e le esigenze umane.

Quali rischi e come studiarli

Le parole del direttore del Sistema informativo settoriale C3s, il fisico Carlo Buontempo, spiegano i motivi di tale attività: “Nelle aree che diventano più umide, potrebbe esserci un rischio maggiore di inondazioni fluviali e danni materiali. Ma anche con le proiezioni idriche a lungo termine, vi saranno notevoli variazioni nelle precipitazioni, nell’umidità del suolo e nel flusso dei fiumi di anno in anno. In effetti, potrebbe esserci una maggiore probabilità di eventi meteorologici estremi, come inondazioni improvvise e siccità”.

I quattro strumenti che permettono a C3s di tutelare l’acqua in Europa, con una proiezione a livello globale

  • Violente mareggiate e inondazioni costiere: in che modo i dati C3s ne mitigano gli effetti. Grazie a C3s for European storm surge, si mettono a disposizione dati climatici di alta qualità riguardo le tempeste che interessano i mari europei, allo scopo di sensibilizzare sull’instabilità di queste condizioni dovute ai cambiamenti climatici, supportando i processi decisionali a lungo termine, riguardo una varietà di settori e problematiche.
  • C3s aiuta l’industria della birra con le previsioni di scarico dei fiumi. La piattaforma è utilizzata dall’olandese Heineken per prevedere futuri cambiamenti nello scarico dei fiumi, in modo da poter studiare strategie per mitigarne l’effetto.
  • Monitoraggio dell’innalzamento delle temperature del mare. I dati C3s aiutano a pianificare il futuro delle spedizioni e la pesca: a causa dell’aumento della temperatura dell’acqua marina, alcune specie ittiche migreranno verso zone più fredde. Copernicus ha stipulato un accordo con il Laboratorio marino di Plymouth (PmL) per identificare e fornire informazioni necessarie agli attori coinvolti rendendoli partecipi del feomeno e degli effetti del cambiamento climatico e aiutarli a realizzare strategie di pesca sostenibili. Inoltre, dati affidabili aiutano l’industria navale nell’organizzazione delle flotte per massimizzare l’efficienza delle rotte.
  • I dati C3s aiutano a pianificare le strategie di irrigazione delle colture per proteggere il nostro futuro alimentare. Abbiamo visto, grazie ai dati contenuti nel Rapporto sullo stato climatico in Europa di quest’anno come, nel 2018, si sia registrato una sensibile diminuzione delle precipitazioni nel continente rispetto alle medie abituali. Questo ha causato un calo dell’umidità del suolo, quindi riduzioni della vegetazione e l’estinzione di alcune colture. Informazioni che sono utili anche per la pianificazione dell’irrigazione così da implementare la sicurezza alimentare.
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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.