La scarsità di materie prime rallenta l’industria italiana

Lo studio dell’Osservatorio congiunturale di Anima Confidustria

scarsità materie prime
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

La settima edizione del Focus materie prime di Anima Confindustria, l’osservatorio congiunturale dedicato alle commodity di maggiore interesse per le imprese del comparto, sottolinea come già nei primi mesi del 2023 si sia sentita la scarsa reperibilità di materie prime.

Secondo i dati di Anima, un’azienda su tre nella prima metà dell’anno sta registrando ritardi negli incassi dai clienti. Otto aziende su dieci registrano aumenti dei costi e prevedono marginalità ridotte nel primo semestre del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La carenza di materiali e microchip provoca rallentamenti che ricadono su tutta la supply chain, con ritardi degli ordini per le aziende che già patiscono la generale incertezza dei mercati. Per quanto ci sia stato un miglioramento, infatti, i prezzi di materiali fondamentali per la nostra manifattura, tra cui l’acciaio, si mantengono ancora alti rispetto ai valori pre-pandemici“. Pietro Almici, vicepresidente di Anima Confindustria “Un aspetto che, insieme alla difficoltà di reperire manodopera specializzata, costituisce un ostacolo nel percorso di buona ripresa che l’industria meccanica sta attraversando“.

Un ruolo importante lo svolgono anche le politiche monetarie “Le banche centrali saranno molto impegnate nel trovare il giusto equilibrio tra limitare l’ulteriore instabilità dei mercati finanziari e assicurare lo sradicamento dell’alta inflazione“, commenta prof. Achille Fornasini, responsabile del Laboratorio per l’analisi delle Dinamiche dei Sistemi e dei Mercati finanziari dell’Università degli studi di Brescia e coordinatore dell’Osservatorio congiunturale di Anima.

“I nuovi pericoli incombenti vissuti dalle aziende derivano dalla domanda in contrazione e dalla scarsità di manodopera: fattori in crescita ai quali si aggiunge l’apprensione per l’impatto del rialzo dei tassi sull’attività aziendale, che spinge a riconsiderare le tempistiche di incasso e di pagamento e ad adottare forme di copertura finanziaria” conclude Fornasini.

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