Fusti
foto presa dal sito del Minambiente

Il Reparto Marino Ambientale ha prelevato alcuni fusti metallici, situati sul fondale marino del Sin di Priolo presumibilmente da diversi decenni. L’azione è stata svolta nell’ambito della convenzione con il Comando generale delle Capitanerie di porto per le attività di supporto nelle attività di monitoraggio dei Sin.

Come si è svolto il recupero dei fusti metallici

“In esecuzione della delega d’indagine, nelle giornate del 9, 10 e 11 dicembre la Capitaneria di porto ha eseguito, grazie al supporto assicurato dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Siracusa, necessari accertamenti ambientali e la conseguente attività investigativa”, si legge in una nota del ministero dell’Ambiente. Lo scopo era quello di verificare il contenuto e l’eventuale natura pericolosa dei fusti che giacevano sul fondale marino. “Poiché le verifiche sull’eventuale presenza o propagazione di fonti radioattive hanno dato esito negativo, si è quindi proceduto in sicurezza alle operazioni di prelievo. Alle quali ha presenziato per conto del ministero dell’Ambiente il capo del Reparto ambientale marino del corpo delle Capitanerie di porto, l’ammiraglio Aurelio Caligiore”.

Un rimorchiatore per recuperare i fusti metallici

Nello specifico il personale ha utilizzato un rimorchiatore per recuperare dal fondo del mare due involucri metallici concrezionati, esteriormente e internamente caratterizzati dalla presenza di calcestruzzo.  Questi due involucri, si legge in una nota, “da un primo esame visivo risultavano essere completamente corrosi e usurati dalla lunga permanenza sul fondale. Mantenendo nella loro interezza la forma cilindrica tipica del fusto metallico. Essendo stati utilizzati molto probabilmente come corpi morti per l’ormeggio”.

Costa: “Le attività di monitoraggio nei Sin condotte dal Ram sono essenziali per accelerare i procedimenti di bonifica”

“Ringrazio l’ammiraglio Caligiore – sottolinea in nota il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – il Ram, le Capitanerie di Porto e tutte le forze coinvolte in questa significativa operazione di recupero di fusti metallici, all’interno di un’area fortemente inquinata come il Sin di Priolo. Le attività di monitoraggio nei Sin condotte dal Ram sono essenziali per accelerare i procedimenti di bonifica e risanare l’ambiente in cui viviamo”.

L’operazione

L’operazione fa parte di un’articolata attività di polizia ambientale della Capitaneria di porto di Siracusa, con il coordinamento della Procura della Repubblica aretusea. E si è svolta a seguito delle indagini preliminari svolte nei mesi scorsi e confermate dalle verifiche subacquee effettuate dalla Guardia Costiera di Messina.

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