Più investimenti nell’idrico, ma alcune aree dello Stivale soffrono l’assenza di una gestione manageriale

Il commento di Michaela Castelli, presidente di Utilitalia nel corso della Giornata Mondiale dell’Acqua

rete idrica giornata mondiale dell'acqua
Foto di Katja Just da Pixabay

Dopo anni di instabilità gli investimenti dei gestori idrici sono in crescita attestandosi nel 2017 ad un valore di 38,7€ l’anno per abitante (+23,7% rispetto al 2012) e con prospettive di crescita a 44 euro pro capite per il biennio 2018-19. Questa la media nazionale calcolata dalla Fondazione Utilitatis, di Utilitalia la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, le cui associate forniscono l’acqua all’80% della popolazione italiana.

Un valore che purtroppo presenta significative differenze tra il nord e il sud del Paese. Difatti secondo i dati Utilitatis nel Sud e nelle Isole l’investimento medio scende a 26 € per abitante. Ancora più drammatiche alcune aree del Mezzogiorno in cui la gestione è frammentata tra gestioni comunali in economia l’investimento pro-capite scende a circa 5 € annui. Un discorso che esclude i grandi operatori regionali come Acquedotto pugliese o Acea ma che tocca un ampio bacino di realtà. Si è stimato che le gestioni in economia del Mezzogiorno rappresentano il 66% del totale nazionale. Dati che fanno ancora più eco oggi Giornata Mondiale dell’Acqua.

“È evidente che in tali realtà è difficile programmare lo sviluppo di reti ed impianti, e garantire al contempo un’adeguata manutenzione dell’esistente.” spiega Michaela Castelli, presidente di Utilitalia in un nota in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua “Come dimostrano le positive esperienze del Centro-Nord, ed in qualche caso anche del Sud, la gestione del servizio idrico integrato da parte di operatori industriali rappresenta la strada migliore per erogare servizi di qualità e per garantire la realizzazione dei piani di investimento approvati dalle autorità locali. Le grandi sfide di questi anni, a partire da quella del cambiamento climatico, ci impongono non solo di garantire servizi efficienti oggi, ma anche di lavorare per assicurare l’accesso alla risorsa idrica alle future generazioni”. Un aspetto in cui “il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una grande opportunità, ma oltre alle risorse serve un piano dettagliato di riforme a partire proprio dal Sud, dove attraverso un forte indirizzo statale si deve assicurare l’affidamento del servizio a soggetti industriali”.

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