All’Acquario di Livorno si studiano gli effetti dei cambiamenti climatici sulla Posidonia oceanica

I biologi dell’Università di Pisa condurranno degli esperimenti sulle piante acquatiche per capire qual è l’impatto del riscaldamento globale sul Mediterraneo.

  • Presso l’Acquario di Livorno, un gruppo di ricercatori studierà il modo in cui fenomeni come l’aumento delle temperature o l’acidificazione delle acque influiscono sulla salute delle praterie sottomarine.
  • Questi dati serviranno per capire come tutelare al meglio la biodiversità mediterranea, particolarmente minacciata dalla crisi climatica.
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Sperimentazione condotta nelle acque dell’Arcipelago Toscano © Università di Pisa

La Posidonia oceanica è una pianta acquatica endemica del mar Mediterraneo. Lì, forma delle praterie sottomarine che svolgono importantissime funzioni per l’ecosistema. Da un lato, ospitano molti organismi marini e proteggono le coste dall’erosione. Dall’altro, sono in grado di assorbire notevoli quantità di anidride carbonica; più delle foreste che crescono sulla terraferma.

I biologi dell’Università di Pisa hanno scelto proprio questa pianta per condurre degli esperimenti che possano rivelare l’impatto dei cambiamenti climatici sul Mediterraneo, hotspot del riscaldamento globale. All’interno dei “mesocosmi”, speciali vasche dell’Acquario di Livorno, i ricercatori esamineranno gli effetti che fenomeni come l’aumento delle temperature, le ondate di calore o l’acidificazione delle acque hanno sulla Posidonia.

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I mesocosmi dell’acquario di Livorno © Università di Pisa

Cos’è il progetto FutureMARES e quali sono i suoi obiettivi

L’iniziativa è parte del progetto europeo FutureMARES, che sarà presentato all’acquario il 7 ottobre. Con trentadue partner in cinque aree del globo, ha lo scopo di individuare soluzioni “basate sulla natura” per proteggere la biodiversità dalla crisi climatica.

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“I dati relativi alle isole dell’Arcipelago Toscano serviranno per determinare il rischio climatico per le principali specie marine, così da fornire informazioni utili per implementare adeguate politiche gestionali e di conservazione”. Lo ha dichiarato il professor Fabio Bulleri, responsabile di FutureMARES per l’Università di Pisa. Ancora una volta, la scienza ci fornirà prove e soluzioni. Sarà poi compito della politica farne tesoro.

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