Dorelanmatersso

Adottare una prospettiva olistica che passi dalla valutazione del singolo stabilimento a un’analisi globale di ogni filiera coinvolta nell’attività industriale in modo da considerare l’impatto ambientale della produzione in maniera puntuale e capillare. E’ questa la vision in tema di sostenibilità ambientale di Dorelan, marchio specializzato nella produzione di materassi che ha recentemente ottenuto la Certificazione di servizio  – da parte dell’ente di competenza Bureau Veritas –  sul suo disciplinare “Garanzia di Igiene per Materassi e Guanciali”. Un’iniziativa che costituisce solo un tassello di un percorso più ampio nell’ambito del quale l’azienda ha scelto di puntare sulla tutela ambientale arrivando anche a collaborare con lo IEFE ( Center for Reasearch on Energy and Environnmental Economics and Politics) dell’Università Bocconi. il progetto che coinvolge l’ateneo milanese riguarda in particolare analisi LCA (Life Cycle Assessment) e prevede la raccolta e l’elaborazione di una grande mole di dati inerenti l’impatto ambientale dell’intera filiera produttiva dell’azienda, dalle materie prime fino allo smaltimento dei prodotti.

Abbiamo approfondito tutte queste tematiche con Francesca Bazzoni, Responsabile delle Certificazioni di Dorelan

Qual è l’importanza delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale per la vostra azienda? Come declinate questo tema? Che particolare approccio avete?

 

Bisogna andare oltre e valutare le performance ambientali dei prodotti nel corso di tutto il loro ciclo di vita: dalla progettazione all’acquisizione delle materie prime, passando per la fabbricazione e la distribuzione dei prodotti stessi (logistica), fino allo smaltimento dove entra in gioco l’utente finale.

Dorelan punta sempre di più sulle tematiche della sostenibilità ambientale adottando una prospettiva di tipo globale. Occorre essere consapevoli non solo delle modalità con cui l’azienda in se’ impatta sull’ambiente, per esempio da un punto di vista energetico o della produzione dei rifiuti. Bisogna andare oltre e valutare le performance ambientali dei prodotti nel corso di tutto il loro ciclo di vita: dalla progettazione all’acquisizione delle materie prime, passando per la fabbricazione e la distribuzione dei prodotti stessi (logistica), fino allo smaltimento dove entra in gioco l’utente finale.

Insomma bisogna adottare un approccio globale che non rimanga confinato all’analisi degli stabilimenti, è necessario ampliare questa visione in un’ottica di prodotto nella più ampia accezione possibile.

Parliamo della certificazione. Da dove è nato l’input per la scelta di avvalersi di questo strumento?

La certificazione igienica è un requisito che abbiamo sentito in modo forte sia internamente come azienda sia in base a un interesse che proveniva dal consumatore finale.

L’input iniziale è stato quello di garantire elevati standard igienici definiti e costanti nel tempo da poter proporre ai consumatori. Attualmente il nostro settore non è normato da leggi e non esistono neanche norme volontarie che riguardano tematiche legate all’igiene come può invece accadere in altri settori, tra cui quello farmaceutico e agroalimentare. La nostra esigenza è stata quindi quella di scegliere una certificazione di conformità della propria produzione impostando un disciplinare intitolato “ Garanzia di igiene per i materassi e i guanciali” e poi di rivolgerci a un ente di certificazione per una validazione.

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Quali sono gli elementi principali presi in considerazione?

La certificazione ruota intorno al concetto di igiene e alla sua definizione. In particolare per igiene intendiamo un complesso di condizioni, definite puntualmente nel disciplinare, che devono garantire assenza di contatto del prodotto con corpi estranei o con fonti di contaminazione organica e inorganica che siano in grado di alterare l’integrità del prodotto o che possano essere percepiti come tali da parte dell’utilizzatore. Mi riferisco ad esempio alle macchie di olio dovute ai processi di produzione o a prodotti per smacchiare i materassi, queste sostanze possono essere pericolose o anche essere soltanto percepite come pericolose per la salute per l’utente.

Per quanto riguarda ad esempio i detergenti come vi muovete?

Durante la produzione utilizziamo una serie di prodotti per pulire e sterilizzare le superfici di lavoro e disinfettanti per i prodotti stessi. Sono sostanze che controlliamo periodicamente. In particolare viene analizzata  la presenza di principi attivi, il tutto con l’obiettivo che questa sostanza chimica “non arrivi al consumatore”.

Facciamo ad esempio indagini chimiche sugli smacchiatori per garantire che il prodotto sia completamente evaporato e non rimangano residui. Un altro controllo che facciamo è il monitoraggio dell’aria durante la produzione, valutiamo la carica batterica, la presenza di lieviti, tutto ciò che potrebbe creare un rischio igienico per il prodotto.

la strategia green di Dorelan

 

Cosa prevede il processo di analisi LCA (Life Cycle Assessment) attualmente in corso con la collaborazione della Bocconi?

L’azienda è sempre stata molto sensibile alle tematiche ambientali, ma fino ad oggi ci eravamo concentrati molto sul discorso dello stabilimento, abbiamo deciso così di andare oltre e spingere l’analisi a tutti i soggetti coinvolti nella filiera produttiva. Facciamo diagnosi energetica e valutiamo il risparmio energetico nelle nostre sedi, ma il nostro obiettivo è analizzare l’impronta ambientale globale per le linee di prodotti principali: materassi a molle tradizionali, materassi a molle indipendenti, materassi My Form e guanciali My Form.  Abbiamo scelto una metodica innovativa e approfondita che è la PEF. Si tratta di un calcolo complesso, per questo ci appoggiamo ai ricercatori della Bocconi per l’elaborazione dei dati. Attualmente stiamo finendo la fase di raccolta delle informazioni.

Può fare qualche esempio di informazioni raccolte?

Abbiamo ad esempio raccolto informazioni sui fornitori valutando l’impatto ambientale  delle materie prime impiegate, ma anche gli aspetti logistici legati al trasporto di queste materie prime.  Il tutto rapportato ai quantitativi acquisiti nell’arco del 2016.

Viene poi fatta poi un’analisi dei consumi energetici (energia elettrica, gas) e idrici suddivisi per tutte le linee di prodotto.  Qui ci ha aiutato, in parte, la diagnosi energetica che abbiamo fatto e la soluzione di monitoraggio dei consumi elettrici per le diverse linee di prodotto che abbiamo adottato.

Un altro esempio di quanto l’approccio sia capillare è rappresentato dall’analisi dei punti vendita: anche qui vengono misurati tutti i consumi energetici e l’impatto legato alla logistica. 

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.