Energy4Age: la città è intelligente se inclusiva

Disabil

Disabili e anziani. Sono categorie spesso dimenticate quando si pensa a programmare e rendere disponibili nuovi servizi in città. Eppure i disabili e gli anziani sono quegli utenti che, meglio di altri, dimostrano se una città è intelligente e interconnessa. Dimostrano se l’urbe è resiliente a esigenze e sentimenti dei propri cittadini, alla loro necessità di comunicazione e informazione, di spostamento ed accesso. In questa direzione va il progetto Energy4Age in seno al Master Pro-Gettare Smart Cities dell’Università di Perugia. Ad illustrarcelo è l’ing. Francesca Giulivi che ha partecipato all’iniziativa.

La progettazione di Smart City è uno degli argomenti più caldi in ambiti come urbanistica e tecnologia. La vera progettazione di città intelligenti non significa la mera applicazione di tecnologie o la spersonalizzazione dei contesti urbani a favore di un ordine globalizzato ma deve essere vista come una tecnica di progettazione integrata, condivisa, olistica, posta a servizio delle comunità, tra tutte le discipline ed i saperi coinvolti nello studio delle attività umane. Partendo da “Age-Friendly Cities” di WHO, Organizzazione Mondiale della Sanità, e da “SIforAGE” (Social Innovation for Active and Healthy Ageing), nasce l’idea di “Energy4Age”, un progetto a doppia valenza che, da un lato, vuole individuare nella popolazione “Smart Old Adults” una risorsa sulla quale investire per innovare nuove forme di educazione, comunicazione e relazioni intergenerazionali nonché valorizzarne il ruolo di memoria storica e, dall’altro, si prefigge l’obiettivo di aumentarne l’inclusione in ogni aspetto della vita sociale.

LA SMART CITY INCLUSIVA

Il “progetto” Energy4Age è quindi in realtà un “processo”, ovvero un’idea, una strategia, attorno alla quale far evolvere più aspetti della vita delle persone. Dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, articolo 25, in cui “l’Unione riconosce e rispetta il diritto degli anziani a condurre una vita dignitosa e indipendente e a partecipare alla vita sociale e culturale” e considerando che nel 2050 gli ultrasessantenni saranno 2 miliardi, si può capire quanto le tematiche legate all’età siano attuali ed urgenti. E alla fine…stiamo lavorando per noi!

LE 3 LINEE D’AZIONE: AtHome

Sono tre le linee strategiche attraverso le quali si tenta di abbracciare tutti gli aspetti che fanno parte della definizione di “invecchiamento attivo” (Active Ageing), agendo su ciascuno di essi come leva per il raggiungimento di qualità di vita migliori (“Global Age-friendly Cities: A Guide”, WHO). La prima è la strategia “AtHome” che punta ad aumentare la qualità degli edifici atti alla residenza o alle attività sociali, dal punto di vista energetico e di fruibilità, fino ad arrivare ad edifici-servizi in grado di monitorare i parametri di qualità di vita fisica e sicurezza anche con applicazioni di domotica. Le azioni comprendono: riqualificazione energetica agevolata della residenza privata per l’abbattimento dei consumi grazie ad un nucleo di diagnosi ed intervento costituito da tecnici incaricati dall’amministrazione locale; il recupero di strutture urbane esistenti per la creazione di co-housing in cui vi sia integrazione tra cittadini di diverse fasce di età grazie alla presenza di luoghi per attività comuni; sensorizzazione di alcuni edifici pilota a Bolzano con strumenti di monitoraggio dei parametri fisici e sistema di intervento collegato alle strutture sanitarie.

MyCity

Prevede di aumentare la qualità dei contesti urbani per permettere la facilità di movimento e spostamento e favorire la socialità e l’aggregazione. Tra le azioni: adeguamento delle strutture pubbliche esistenti (parchi, giardini, luoghi di incontro) con eliminazione delle barriere architettoniche; distribuzione di sistemi di sedute funzionali negli spazi pubblici, nelle pensiline dei mezzi di trasporto, dentro e fuori gli esercizi commerciali; sistema di ciclotaxi e piccola mobilità elettrica di breve percorrenza; miglioramento della dislocazione degli uffici pubblici principali di servizio (anagrafe, sportelli dedicati, poste, …); accordo enti-catene di grande distribuzione per offrire il servizio di spesa a domicilio e/o di supermercato senza barriere con accessibilità facilitata; zone stradali e arredi urbani sensorizzati per l’invio di informazione o il rilevamento di anomalie ad esempio negli attraversamenti semaforici. Un solo dato su tutti: ad un semaforo la velocità media di attraversamento prevista è 1,2 m/s, la velocità reale di un anziano è di 0,7-0,9 m/s…) (Varsavia, Helsinki, …).

ReFraming aging

Coinvolgimento diretto dei soggetti destinatari delle azioni per un miglioramento continuo e per lo sviluppo di idee e progetti di ampia diffusione per tutta la popolazione anche con forme di disabilità specifiche. Questo attraverso alcune azioni: creazione di App del tipo “all in one” per smartphone; sviluppo della rete di volontariato in cui i soggetti siano sia destinatari che operatori; aumento della modalità di apprendimento continuo in modo da modificare gradualmente lo stile di vita; sviluppo del “Crowdmapping”, ovvero la mappatura della città attraverso la memoria storica; sviluppo di sistemi a servizio dei disabili come ad esempio la creazione di oggetti 3D per la fruibilità delle strutture museali per i non vedenti.

LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE

Per la progettazione smart, è basilare il reperimento di dati ed osservazioni dirette, per la qual cosa può essere usata la “Checklist of Essential Features of Age-friendly Cities” (WHO), in cui vengono individuate le seguenti macro aree di interesse: outdoor spaces and buildings, transportation, housing, respect and social inclusion, civic participation and employment, communication and information, community and health services. Le proposte strategiche sopra individuate, possono quindi essere inserite in un contesto preferibilmente di quartiere per creare un modello pilota, adattabile e replicabile in ogni contesto abitativo.

SWOT ANALYSIS

In base all’analisi SWOT, i punti di forza del progetto risiedono nei benefici sia per la terza età che per la cittadinanza, in un’ottica di replicabilità e adattabilità. Le debolezze, invece, nella necessità di finanziamento terzi o di strumenti di incentivazione locali, in una valutazione accurata dei tempi di ritorno effettivi, nella mancanza di dati o difficoltà di reperimento, nella necessità di partecipazione e pubblicità e primo coinvolgimento. I limiti più evidenti appaiono le difficoltà delle PA o la mancanza di interesse da parte di grandi stakeholder. A fronte di tutto ciò, i benefici attesi andrebbero dalla riqualificazione strutturale ed energetica del patrimonio edilizio privato e pubblico, all’aumento dell’inclusione sociale e della qualità di vita, con interazioni evidenti nel settore della mobilità (accessibilità su vasta scala), nel paesaggio e patrimonio storico (mappatura storica delle città, occasioni di incontro e utilizzo di luoghi, recupero di zone), nell’ICT (sviluppo app e sistemi di comunicazione, monitoraggio e controllo disponibili per vasta utenza) e, non ultimo, nel campo di energia ed ecologia (efficienza energetica, rivalutazione economica degli edifici, comfort abitativo).

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