Il controverso futuro delle rinnovabili

BracciodiferroTempi duri per le rinnovabili. Il futuro delle fonti intermittenti è sempre più controverso: studi indipendenti prodotti in America e Regno Unito mostrano le proiezioni per i prossimi 10/15 anni in termini di benefici economici, occupazionali e ambientali.

Nel nuovo continente lo studio è stato realizzato da Timothy Considine, esperto di economia ed energia dell’Università del Wyoming, e pubblicato dal Civitas Institute, organizzazione no profit con sede a Raleigh (Carolina del Nord). La ricerca, si legge sul sito del Virginian pilot, mostra che l’obiettivo di produzione del 12,5% di energia da fonti rinnovabili entro il 2021 fissato in Carolina del Nord causerà un picco del prezzo dell’elettricità in bolletta del 42% e la perdita di oltre 43.000 posti di lavoro entro la fine del decennio. Anche le perdite economiche saranno ingenti, stimate in 7,1 mld di dollari entro lo stesso periodo. E questo tocca le dozzine di progetti sviluppati – e da sviluppare – nell’area settentrionale del Nord Carolina, ad esempio nelle contee di Pasquotank e di Currituck. Da sottolineare che a ovest di Elizabeth City è attualmente in costruzione il più grande impianto eolico dell’area meridionale degli Stati Uniti, che ricoprirà un’area di 22.000 acri.

Lo studio include statistiche anche per altri stati, come la Virginia che si è prefissata un obiettivo volontario di produzione del 15% di energia da fonti rinnovabili entro il 2025. Si stima che, da qui a cinque anni, oltre 18.7790 posti di lavoro potrebbero andare persi se lo Stato manterrà questo target.

Tra i sostenitori delle rinnovabili circola, invece, il rapporto pubblicato dalla North Carolina Sustainable Energy Association e redatto dal Research non profit RTI International di Raleigh. Questo mostra che tra il 2007 e il 2015 i benefici economici complessivi in Carolina del Nord sono stati di 12 mld di dollari a fronte dei 6,3 investiti. Nello stesso periodo, la crescita delle fonti alternative ha dato lavoro a 82.403 persone: le distese di pale eoliche del Pasquotank, con 104 turbine, hanno creato 240 posti di lavoro durante la fase di installazione e 14 posti permanenti. Grazie agli impianti attualmente installati, le contee di Pasquotank e Perquimans risquoteranno 250.000 dollari l’anno in tasse.

Oltre oceano, in Scozia i parlamentari temono il soffocamento dell’industria delle rinnovabili. Il 25 luglio la Commissione per gli affari per la Scozia ha pubblicato un report sulle energie rinnovabili in cui si evidenzia il freno alle fonti intermittenti provocato dai drastici tagli ai sussidi operati da Westminster e la perdita del lavoro per 21.000 persone collocate negli impianti che producono circa il 30% dell’elettricità provenienti da fonti rinnovabili del Regno Unito.

Abbiamo mostrato al Governo l’urgenza di chiarire quale sarà il futuro supporto al settore delle rinnovabili e come occorrerà lavorare per sviluppare un piano chiaro sul lungo termine in modo da garantire che l’energia rinnovabile resti parte centrale del mix energetico“, ha dichiarato Pete Wishart del Partito Nazionale Scozzese su The Scotsman, giornale nazionale scozzese.

Il rapporto mostra anche le “serie preoccupazioni” circolanti tra i residenti scozzesi circa l’impatto delle turbine eoliche onshore. Sempre su The Scotsman, Graham Lang, Presidente dell’alleanza anti-turbina Scotland Against Spin, ha affermato: “Così si rivendica l’opposizione delle migliaia di scozzesi all’espansione illimitata degli impianti eolici onshore”.

La relazione non manca poi di analizzare la capacità di attrazione di investimenti esteri di eolico, idroelettrico e biomasse.

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