L’auto del futuro? ibrida, elettrica e interconnessa

Shutterstock 212882707Un’industria che crea in Europa 12,2 milioni di posti di lavoro nell’intera filiera  e  che registra, per quanto riguarda il settore Ricerca e Sviluppo, 44 miliardi di investimento. Questi sono solo alcuni dei dati (FCA-CRF) emersi nel corso della prima edizione di Automotive, il forum della comunità nazionale delle tecnologie elettriche ed elettroniche per l’Automotive, che si è tenuto il 4 e 5 luglio a Torino.  L’evento, organizzato da AEIT e IMAPS, in collaborazione con Politecnico di Torino, Fondazione Politecnico di Milano, CEI-CIVES e IEEE Italy Section, è stato l’occasione per fare il punto sui risultati della ricerca scientifica e tecnologica del settore. 

AndreaPenzaTra i trend che orienteranno il comparto nel prossimo futuro un ruolo centrale sarà rivestito dalla mobilità elettrica.  “Come evidenziato da Enel, Anie e altri soggetti coinvolti, l’auto elettrica/ibrida rappresenta il trend emergente nei prossimi tre/cinque anni, a causa del costante miglioramento delle tecnologie e dei componenti, allo scopo di efficientare le infrastrutture di ricarica, e per dare seguito al rispetto dei vincoli ambientali come richiesto dalle raccomandazioni emesse dalla commissione europea” ha sottolineato in una nota, nel discorso di chiusura dei lavori, Andrea Penza, Presidente di AICT, society di AEIT. 

 Sul rispetto dei vincoli ambientali esiste una influenza esercitata evidentemente dall’incremento della quota di veicoli con zero emissioni al tubo di scarico. Questo trend viene sostanzialmente confermato sia dalle industrie di settore presenti al convegno  che dalle Università ed Istituzioni pubbliche impegnate fortemente nella ricerca di base e nel sostegno ad iniziative che valorizzano progetti di mobilità specifici”, ha aggiunto il manager. 

Tra i settori ad alto potenziale quello delle auto autonome, le cosiddette Self Driving car, e quello delle auto  connesse. “Due considerazioni di base  meritano di essere menzionate in quanto linee di tendenza indirizzate ormai universalmente: la prima considerazione riguarda l’auto connessa ed autonoma vista come una tendenza ormai emergente, tale da richiedere uno sforzo combinato a livello di sistema da molti punti di vista, tra i quali  quello normativo e legislativo, quello tecnologico e quello organizzativo. La seconda riguarda tutti quegli aspetti legati ai concetti di auto autonoma e connessa che già stanno esercitando una  influenza  nel generare cambiamenti nei paradigmi di business e di mobilità”,  ha spiegato Penza.

In generale il comparto si sta evolvendo verso paradigmi che porteranno sempre più l’auto a passare da bene da possedere a servizio da utilizzare, in un contesto che valorizza il concetto di piattaforma multiservizio. “Tutto ciò presumibilmente porterà nel giro di alcuni anni, secondo autorevoli previsioni, ad un calo significativo delle vendite delle auto per singola utilizzazione  mentre assisteremo a significativi incrementi nel numero di gestori di flotte e di disponibilità di piattaforme multiservizio”, ha sottolineato Penza. 

Il settore vedrà, inoltre, la convergenza delle tecnologia e la realizzazione di filiere di tipo “end-to-end”  con forti interazioni e sinergie, dalle attività di ricerca e sviluppo al progetto delle nuove auto, fino alla realizzazione dei modelli di implementazione e di utilizzazione.  “Nel prossimo futuro le problematiche legate all’auto connessa influenzeranno e cambieranno pesantemente il mondo delle Telco, le quali si troveranno a gestire dei modelli di business completamente rivoluzionati rispetto al passato L’integrazione sempre più spinta fra le varie tecnologie di comunicazione, legate alla banda ultralarga sia wireline che wireless consentiranno concretamente di sviluppare il concetto di smart mobility, sia in ambito cittadino che in quello extraurbano con evidenti benefici in termini di efficienza, sostenibilità ed incremento della qualità della vita”, ha concluso Penza. 

Sui dati del comparto e sulle sue prospettive future si è soffermato, nel suo intervento Roberto Castelli, Consigliere di AICT. “In Europa, l’industria dell’automotive significa 12,2 milioni di posti di lavoro (tutta la filiera industriale) e 44 miliardi d’investimento in Ricerca & Sviluppo (Fonte Pisino di FCA-CRF). Ma, secondo dati di Sangiovanni Vincentelli di Berkeley, negli USA la trasformazione dell’auto da mezzo di proprietà a servizio comporterà per i produttori la riduzione del fatturato della produzione di veicoli del 50%. Insomma il valore passerà dai costruttori alle piattaforme di gestione dei servizi abilitati dall’auto connessa e autonoma. Sembra che i giovani – anche i nostri – stiano già passando il guado: per molti la patente di guida non è più una priorità o una necessità”, ha affermato il manager, come si legge in nota.

 

LondratrafficoUn settore quello dell’automotive che, secondo il quadro emerso dal convegno, sta virando verso una direzione caratterizzata da una sempre maggiore tecnologizzazione volta a rendere più efficienti e sostenibili i trasporti. Un elemento importante visto che la mobilità su quattro ruote incide non poco sulle immissioni di sostanze inquinanti. Proprio le auto sono, infatti, l’elemento cardine attorno a cui ruotano politiche urbane ecosostenibili volte a ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera. Parigi ha, da poco introdotto un una limitazione alla  circolazione per le auto più inquinanti immatricolate a partire dal 1997 e Londra si sta muovendo nella stessa direzione. Il neo-sindaco  Sadiq Khan ha  reso noti in questi giorni i piani per un costo aggiuntivo di 10 pound da far pagare ai veicoli più vecchi e inquinanti che circolano nel centro città. La tassa, che colpisce tutte le auto immatricolate prima del 2005, dovrebbe essere applicata  a partire dal 2017.  “Con quasi 10.000 persone che muoiono prematuramente ogni anno a Londra a causa dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, ripulire l’aria tossica della città è ormai una questione di vita o di morte “, ha detto Khan al Guardian che riporta la notizia. 

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