Brexit, primi stop nell’eolico

Siemens sta valutando di mettere in stand by un nuovo investimento nel settore eolico a causa dell’incertezza del quadro politico legato alla Brexit. E’ quanto riportato da un articolo del Guardian secondo cui, però, la filiale di Hull che impiega circa 1000 persone non subirà le conseguenze di questa decisione cominciando a produrre pale eoliche dal prossimo anno, mentre, al contrario, per quanto riguarda nuovi investimenti nel settore, l’azienda ha spiegato di non voler per il momento lanciarsi in nuovi progetti fino a che la situazione non sarà più chiara. 

 Secondo Juergen Maier, Direttore generale Uk della ditta, la situazione rimarrà in stand by fino che non si sarà in grado di capire alcuni elementi chiave come  i piani del nuovo Governo, la possibilità di  partecipare ai programmi di ricerca UE e in generale tutte le questioni legate a tariffe e commercio. 

Maier ha chiesto al governo di avviare urgentemente negoziati con gli stakeholder del settore eolico prima di notificare formalmente a Bruxelles la decisione di lasciare l’Unione europea. “Non possiamo aspettare fino a quando l’articolo 50 verrà attivato”, ha detto al Guardian il manager spiegando come l’incertezza politica ed economica, la questione del futuro accesso al mercato contribuiscano a creare un senso di disagio generale. 

Molti investitori del comparto eolico si sono espressi con cautela sul voto sottolineando la solida base delle leggi a tutela del clima nel Regno Unito e l’intenzione di valutare gli ulteriori sviluppi legati alla Brexit. 

Un portavoce di Dong Energy, il singolo più grande investitore in UK nel settore dell’offshore eolico, ha detto: “Attendiamo chiarezza sulle implicazioni del voto per l’uscita dall’Unione europea. Tuttavia, non crediamo che la politica energetica del Regno Unito dipenda dall’adesione all’UE “.