Mix energetico, quale ruolo per l’olio di palma in Europa

Cope759Con Marco Golinelli, Presidente Italcogen, un excursus sulla vita di questo combustibile in Italia e in Europa, una opportunità persa per il mix energetico? È on line il nuovo numero di e7.

L’Europa ha come riferimento chiaro e condiviso tra i Paesi membri un ambizioso scenario di abbattimento della CO2, da raggiungere realizzando una maggiore integrazione nella rete delle fonti rinnovabili e un’ottimizzazione dell’efficienza energetica.

Tra le possibili risorse da impiegare per il bilanciamento del mix energetico, alcune sono poco utilizzate e una di queste è la produzione di energia da oli vegetali. Ma in precedenza, grazie agli incentivi previsti, l’Italia aveva investito in questa risorsa, come ricorda Marco Golinelli, Presidente Italcogen, arrivando a istallare 600MW di capacità. L’idillio si interrompe nel 2007, con una nuova regolamentazione legata alle formule incentivanti. Così, mentre in altri continenti la produzione da greggi vegetali è una realtà, l’Italia e l’Europa restano indietro.

Scelte di carburante o meno, l’Europa non smette di pensare all’innovazione tecnologica. Non è un caso che un focus della Set Plan Conference abbia coinvolto lo stato dell’arte rispetto il programma NER300. Con le ultime due “call” (dicembre 2012 e luglio 2014) sono stati investiti 2,1 miliardi di euro per 38 progetti innovativi nel campo delle rinnovabili (bioenergie, solare a concentrazione, geotermia, eolico, fotovoltaico e smart grid) più uno per la Carbon Capture and Storage, suddivisi tra 20 Stati membri.

Non manca l’attenzione al tema della mobilità intelligente, come vediamo in questo numero di e7, con il progetto Eco Automotive SYstem Integrator, primo caso europeo di reale integrazione tra il mercato automobilistico e quello dell’energia. L’attività prevede un accompagnamento nel processo di scelta, acquisto e gestione del veicolo elettrico e delle tecnologie utili alla ricarica, fino al post vendita e all’assistenza.

Quando si parla di mobilità non c’è solo l’elettrico, anche la filiera del GPL ha delle concrete opportunità nello Stivale. Nel numero le proposte per un futuro sostenibile della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che lo scorso 16 dicembre in Campidoglio ha presentato i risultati della ricerca “Green economy e veicoli stradali: una via italiana”.

Per far crescere le rinnovabili non basta la tecnologia, il vero ostacolo “è la burocrazia” rispetto alla quale “diviene fondamentale anche la formazione per creare figure professionali capaci di muoversi in questa situazione”. Come spiega Paolo Carcassi, Segretario confederale UIL, in occasione del rinnovo del protocollo d’intesa tra il sindacato e l’ANEV, firmato la scorsa settimana a Roma e sottoscritto ogni due anni già dal 2008.

Intanto l’Italia, come l’Europa, procede verso la strada dell’efficienza energetica. Vediamo se sarà un’opportunità o un costo nel commento con Dario Di Santo, managing director FIRE.

 

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