Approvato il documento finale della COP28, con un riferimento storico alla fuoriuscita dai combustibili fossili

L’accordo stabilisce anche la necessità di raddoppiare l’efficienza energetica e triplicare la capacità rinnovabile a livello globale, come auspicato dall’UE.

Transition away from all fossil fuels. Una “transizione”, una fuoriuscita dall’era dei combustibili fossili. Questa è la formula che, dopo ore di negoziazioni, è stata inclusa nel global stocktake della 28esima conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Il documento finale della COP28 di Dubai (UAE Consensus) è stato approvato oggi, 13 dicembre, fra gli applausi dei presenti.

Le parole di António Guterres e Teresa Ribera

Si tratta di un risultato storico, come ha confermato il segretario generale dell’ONU, António Guterres: “Per la prima volta viene riconosciuta la necessità di abbandonare i combustibili fossili, dopo molti anni di stallo”. Soddisfazione anche da parte di Teresa Ribera, terza vicepresidente del governo spagnolo e Ministra della Transizione ecologica, rappresentante dell’Unione europea alla COP28: “Questo accordo dimostra che Parigi sta dando i suoi frutti e che possiamo andare oltre”.

Gli obiettivi relativi alle energie rinnovabili

Il documento finale include anche gli obiettivi promossi dall’UE, ovvero raddoppiare il tasso annuale di miglioramento dell’efficienza energetica e triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030, nell’ottica di promuovere il passaggio a sistemi energetici a zero emissioni nette.

L’espressione phase out che molti desideravano è usata in riferimento ai sussidi ai combustibili fossili che non promuovono una transizione equa, né la lotta contro la povertà energetica. Si fa poi riferimento alla necessità di ridurre le emissioni di metano, e i gas serra generati dal settore del trasporto su strada.

Grande soddisfazione anche da parte del presidente della COP28, Sultan Al Jaber: “Il mondo aveva bisogno di un cambio di passo. Seguendo la nostra stella polare, abbiamo trovato una nuova via. E abbiamo messo a punto un robusto piano d’azione per mantenere vivo l’obiettivo di un grado e mezzo (di riscaldamento globale, n.d.r.). Quello che abbiamo costruito resisterà alla prova del tempo”.

Decisamente più cauto il parere di Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del WWF Italia: “Il testo finale rappresenta un miglioramento rispetto all’ultima versione, che era inaccettabile, anche se è ancora molto permeato e influenzato dalle lobby fossili e da quelle delle false soluzioni (nucleare, cattura e stoccaggio del carbonio)”.

Il ruolo riservato alle strategie di adattamento

Altri punti importanti riguardano la sostenibilità della produzione alimentare, lo stop alla deforestazione entro il 2030, l’adozione di nature-based solutions e altre strategie di adattamento ai cambiamenti climatici: i governi che non l’hanno ancora fatto sono chiamati a varare policy specifiche entro il 2025 e a progredire nella loro attuazione entro il 2030. Il fabbisogno di finanziamenti per l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo è stimato sui 215-387 miliardi di dollari l’anno fino al 2030. Inoltre, circa quattromila miliardi l’anno dovranno essere investiti in energia pulita fino al 2030, per aumentare successivamente a cinquemila miliardi fino al 2050.

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