“Passare dal gasolio al GPL e al GNL comporterebbe notevoli risparmi economici e al contempo una considerevole diminuzione delle emissioni di poveri sottili. In Italia è necessario intervenire prima di tutto sulle municipalità non servite dalla rete del metano: si tratta di più di 1.300 realtà in cui vivono circa 4 milioni di persone”. Così Filippo Bernocchi, delegato ANCI a Energia e Rifiuti, in una nota stampa ha evidenziato le potenzialità di sviluppo di GPL e GNL nella “riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020 e del 40% entro il 2030”. Il gas di petrolio liquefatto e il gas naturale liquido “consentono inoltre di ridurre in modo drastico la presenza nell’aria di polveri sottili, PM10 e PM2,5, con benefici ambientali, sociali e sanitari di assoluto rilievo”, ha proseguito Bernocchi.
Il peso dei riscaldamenti
Sul tema della lotta all’inquinamento è intervenuta anche Liquigas con l’invito rivolto al Governo di sostituire gli impianti di riscaldamento inquinanti come misura chiave per limitare le emissioni nocive e contrastare l’inquinamento. Secondo una ricerca realizzata da Innovhub (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano che svolge attività di ricerca applicata e testing industriale) legna e pellet sono fonti che anche se certificate e utilizzati in impianti di riscaldamento di qualità tecnologica medio-alta contribuiscono in maniera significativa alle emissioni di particolato aumentando del doppio la quantità di sostanze tossiche immesse in atmosfera rispetto a impianti a combustibili gassosi. Nel caso del particolato, invece, il divario è di tre ordini di grandezza superiori.
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