Le strategie G7 per la riduzione delle emissioni di metano

Tra sicurezza degli approvvigionamenti energetici, trasparenza e cooperazione

A fine aprile, durante il G7 Energia e Ambiente a Venaria Reale, gli stati del vertice hanno adottato impegni significativi per la riduzione delle emissioni di metano. L’onlus Amici della Terra ha chiesto ai protagonisti della trattativa di illustrare in un webinar il senso strategico e le prospettive delle decisioni assunte per il settore energetico.

La questione metano non è stata controversa”, ha detto Gilberto Dialuce, Capo delegazione italiana al G7 Energia e ambiente. “Sappiamo che 1/3 del riscaldamento globale arriva da qui: abbiamo ribadito l’impegno del taglio del 30% delle emissioni di metano entro il 2030, assunto con il Global Methane Pledge. Ma abbiamo cercato di capire cosa possiamo fare di più”, ha continuato Dialuce.

Ridurre le emissioni del 30% non basta

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia per raggiungere uno scenario net-zero entro il 2030 bisognerebbe ridurre le emissioni di metano di ben il 75%. La maggior parte di queste, circa 140 tonnellate all’anno, deriva dal settore agricolo. A seguire, 120 tonnellate all’anno dai combustibili fossili e 75 tonnellate dai rifiuti. È stato calcolato dall’UNEP che i paesi importatori di gas, come l’Italia, producono annualmente 25 milioni di tonnellate di emissioni di metano.

L’idea del G7 è quella di sviluppare e adottare una metodologia solida per la misurazione delle emissioni petrolifere e da gas. Questa azione non si svilupperà solo all’interno del G7, ma attraverso aiuti e finanziamenti arriverà ai paesi in via di sviluppo. Cercheremo di capire quali approcci e strumenti finanziari adottare per sostenere le iniziative di riduzione”, ha detto Dialuce.

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Questione di trasparenza – Il nuovo regolamento UE

L’UE è stata la prima a mettere su carta un regolamento così ambizioso per ridurre le emissioni di metano, la cui pubblicazione avverrà nelle prossime settimane”, ha detto Alessia Clocchiatti, team leader – Methane International and Fossil Fuel Phase Out, Commissione UE. “Il nuovo regolamento cercherà di aumentare la trasparenza dei dati e avere delle informazioni più precise, che possano guidare l’importazione di combustibili fossili mentre ne diminuiamo l’uso. È un’azione forte, che punta a mettere online, in modo trasparente, tutto quello che succede”.

Il monitoraggio dei satelliti e il ruolo della cooperazione internazionale

Flavia Sollazzo, senior director Environmental Defence Fund Europe, ha spiegato che è già in orbita un satellite in grado di monitorare le emissioni di metano. “Riesce a vedere sia le emissioni grandi che quelle piccole e diffuse”. I primi dati arriveranno a inizio 2025.

Il metano rappresenta il fil rouge della transizione energetica – ha dichiarato Sollazzo -. Il tema è strettamente legato alla sicurezza degli approvvigionamenti e alla cooperazione internazionale: dobbiamo arrivare a una riduzione delle emissioni equa e su scala globale”.

Il ruolo dell’Italia

I partecipanti all’incontro si sono detti d’accordo sul fatto che l’Italia, per la sua posizione geografica strategica, e le sue possibilità di dialogo sia con il G7 che con i paesi africani sulla costa del Mediterraneo, possa aspirare a un ruolo guida nella transizione energetica globale.

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Nata a Roma, laureata in relazioni internazionali e giornalista professionista. Interessata all’ambiente, alla transizione ecologica e al mondo che cambia, sempre con un occhio ai social network.