Pescirobot
Foto estratta da un video dedicato al progetto

Monitorare i cambiamenti dell’habitat subacqueo della laguna di Venezia, anche per lunghi periodi di tempo, attraverso 120 “pesci – robot” controllati da un’intelligenza artificiale che permette loro di assumere gli stessi comportamenti – sia a livello di singola macchina sia in gruppo – di un vero e proprio branco di pesci. È questo, come si legge su Science et Vie, il perno attorno a cui ruota il progetto europeo SubCULTron che vede coinvolti studiosi provenienti da sei diversi Paesi europei, tra i quali l’Italia.

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La partnership

In particolare, noi partecipiamo all’iniziativa tramite una partnership formata da ISMAR-CNR (Istituto di scienze marine), il consorzio Corila (formato dalle due università veneziane Ca’ Foscari e Iuav, l’Università di Padova, il CNR e l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale).

I diversi robot marini

I robot impiegati nell’ambito del progetto, come si legge su Roboticanews, sono di tre diverse tipologie. Ci sono gli aMussel, simili a dei molluschi bivalvi che sono costituiti da cilindri di una lunghezza pari a circa 50 cm e consentono l’archiviazione della grande quantità di dati fisici raccolti, inerenti ad esempio alghe, plancton e pesci.

Abbiamo poi gli aFish, dei pesci robot che “nuotano” in maniera autonoma nell’ambiente marino raccogliendo dati che poi condividono con gli altri membri del “branco”. In questo modo si viene a determinare un comportamento collettivo basato sulle informazioni elaborate.

Infine, ci sono gli aPad, ninfee artificiali usate come piattaforma di appoggio per gli altri due robot. Questi macchinari trasportano gli altri due sistemi nella posizione definita da coordinate GPS continuando a monitorare i loro movimenti nel tempo. Grazie a dei moduli fotovoltaici collocati sulla loro superficie esterna questi robot possono inoltre fornire energia agli altri due dispositivi.

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