La Commissione Europea ha presentato lo European Grids Package (Pacchetto Reti), un intervento strutturale volto a superare le debolezze della rete energetica dell’UE, ritenuta centrale non solo per il sistema energetico, ma per l’Europa stessa. L’iniziativa risponde a sfide geopolitiche, come la crisi geopolitica in Ucraina, e alla necessità di garantire l’accesso a energia pulita, abbondante ed economica prodotta in Europa per cittadini e imprese.

Il costo dell’inazione è definito sconvolgente: nel 2022, il 70% del consumo energetico lordo disponibile dell’UE proveniva da combustibili fossili, con il 98% di tutto il petrolio e gas importato. Nel 2024, l’Europa ha speso circa 375 miliardi di euro per le importazioni di combustibili fossili, mentre gli investimenti in energie rinnovabili e reti sono rimasti bassi, poco oltre 100 miliardi di euro nel 2025, a fronte degli oltre 280 miliardi di euro spesi dalla Cina. La conseguenza diretta è che i prezzi dell’elettricità al dettaglio per l’industria nell’UE erano nel secondo trimestre del 2024 circa 2,2 volte superiori a quelli degli Stati Uniti.
L’impronta del Pacchetto Reti
I benefici attesi sono notevoli: una maggiore integrazione del mercato potrebbe portare a risparmi annuali di 40 miliardi di euro, e l’aumento del 50% del commercio transfrontaliero di elettricità potrebbe aumentare il Pil annuale dell’UE di circa 18 miliardi di euro (ossia lo 0,1%) entro il 2030.
In parallelo al Pacchetto Reti, la Commissione sta accelerando i progressi sui progetti infrastrutturali critici e urgenti attraverso l’Energy Highways initiative (Iniziativa Autostrade Energetiche), lanciata dalla presidente von der Leyen nel 2025. Queste otto autostrade affrontano le esigenze infrastrutturali più urgenti e richiedono supporto aggiuntivo a breve termine per superare i colli di bottiglia. Tra queste, c’è anche SoutH2 Corridor, un corridoio chiave che collega Tunisia, Italia, Austria e Germania.
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Affrontare i colli di bottiglia: pianificazione e permessi
Il Pacchetto Reti affronta problemi strutturali, in particolare la pianificazione e l’attuazione dei progetti. Si propone un quadro di pianificazione dell’infrastruttura energetica transfrontaliera a livello UE, con l’obiettivo di sviluppare uno scenario centrale UE entro due anni dall’entrata in vigore, coerente con gli obiettivi climatici e energetici dell’UE.
È fondamentale massimizzare l’uso dell’infrastruttura esistente. L’uso di tecnologie di potenziamento della rete (grid-enhancing technologies) può aumentare la capacità complessiva della rete in Europa dal 20% al 40% entro il 2040. La Commissione fornirà anche indicazioni sull’uso efficiente delle reti, raccomandando il principio del first-ready first-serve per le connessioni, criteri di maturità trasparenti e la pulizia regolare delle code di connessione.
Semplificazione dei permessi e finanziamenti
I lunghi e lenti processi di autorizzazione sono un ostacolo significativo. Nel 2023, il 26% dei Pci per l’elettricità ha subito ritardi in media di 12 mesi, con l’autorizzazione che rappresenta più della metà del tempo totale di attuazione. Il Pacchetto Reti stabilisce un quadro a livello UE per semplificare e accelerare le procedure di autorizzazione per tutte le infrastrutture di rete, i progetti di energia rinnovabile, di stoccaggio e le stazioni di ricarica. L’obiettivo è limitare il processo di autorizzazione a un massimo di due anni nella maggior parte dei casi, con un massimo di tre anni per i progetti più complessi.
Inoltre, il Pacchetto richiede che i progetti di energia rinnovabile superiori a 10 MW ridistribuiscano i benefici alla popolazione locale. Per quanto riguarda i finanziamenti, sono necessari investimenti sostanziali, stimati in 1,2 trilioni di euro entro il 2040 per le reti elettriche (di cui 730 miliardi di euro per le sole reti di distribuzione) e 240 miliardi di euro per le reti di idrogeno. Il Pacchetto mira a garantire maggiore trasparenza e equità nella valutazione e condivisione dei costi e dei benefici.
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