Eventi meteo estremi, quale impatto sulle spiagge italiane

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Foto di Leonardo Thomas da Pixabay

Può cominciare a diventare necessario cambiare spiaggia e mare. Almeno per gli affezionati del sud Italia. Sicilia, Puglia, Calabria e Campania sono le regioni più colpite dagli eventi meteo estremi. E’ quanto emerge dalla prima mappatura degli eventi meteo estremi che interessa le spiagge italiane e i comuni costieri realizzata da Legambiente.

Si tratta di 712 eventi estremi e si sono verificati dal 2010 a giugno 2023, in 240 aree costiere. Le vittime sono 186. Tra i comuni più colpiti: Bari, con 43 casi, Agrigento con 32, Genova con 27, Palermo e Napoli entrambe con 23 casi e Ancona con 22.  

Avanza anche l’erosione costiera e il consumo di suolo

Non solo eventi meteo estremi anche l’erosione del suolo e il suo consumo sono dei fattori preoccupanti. Tra il 2006 e il 2019 sono stati modificati 1.771 km di costa naturale bassa su 4.706 km in totale, pari al 37,6% stando agli ultimi dati Ispra.

Legambiente sottolinea che ad accrescere i problemi è il metodo di intervento in quanto si agisce con pennelli e barriere frangiflutti. Il che porta a un totale di 10.500 opere rigide lungo le coste italiane, quasi 3 ogni 2 chilometri di costa.

Si tratta di opere che rendono molto artificiale la linea di costa e modificano inevitabilmente le correnti marine, spostando il problema su altri tratti coste.

Il consumo di suolo nei comuni costieri italiani è pari ad oltre 420mila ettari al 2021 che corrisponde al 27% del totale di suolo consumato in Italia, con un incremento vicino al 6% rispetto al dato 2006.

Un tema che va di pari passo con le concessioni balneari. Al 2021 erano 12.166. Ora è arrivato il decreto mappatura concessioni del CDM per cui si potrà avviare il censimento. “Si avviino i bandi di gara per l’affidamento delle concessioni”.

Legambiente: “Al Governo Meloni indichiamo sette interventi da mettere in campo a partire dall’approvazione del Piano di adattamento al clima, della legge sullo stop al consumo di suolo,  garantire almeno il 50% delle spiagge in ogni comune lasciato alla libera e gratuita fruizione e misure di adattamento per ridurre il rischio di inondazioni nelle zone costiere”.

Le sette richieste di Legambiente per salvare le spiagge italiane

Nello specifico Legambiente chiede al Governo Meloni di agire nei seguenti fronti:  

1) approvare in via definitiva il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (al momento fermo dopo la fase di VAS, Valutazione ambientale strategica) e stanziare le risorse economiche per attuarlo;  

2) Superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi con opere rigide per la difesa delle coste dall’erosione; 

3) adottare misure di adattamento per ridurre il rischio di inondazioni nelle zone costiere e prevedere sistemi di previsione e di allerta, per informare la popolazione interessata. Anche delocalizzando abitazioni e sistemi produttivi dalle aree più ad alto rischio. 

4) Approvare la legge sullo stop al consumo di suolo che il Paese aspetta da 11 anni. 

5) garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge. Garantendo cioè che il 50% delle spiagge in ogni Comune lasciato alla libera e gratuita fruizione. Premiando anche la qualità dell’offerta nelle spiagge in concessione 

6) Ristabilire la legalità e fermare il cemento sulle spiagge. Demolendo quelli illegali. 

7) Rilanciare a livello nazionale e locale la costruzione e l’adeguamento e/o la messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione.  

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