L’industria europea del settore eolico rappresenta un asset strategico fondamentale per la sicurezza energetica, la competitività industriale e la stabilità occupazionale del continente. Nel 2024, ha sostenuto complessivamente 442.800 posti di lavoro in tutta Europa, un dato che sottolinea l’impatto economico e sociale di una filiera in costante espansione. Tuttavia, la capacità di mantenere la leadership tecnologica, e di installare la potenza necessaria a garantire l’autonomia energetica, dipende oggi, più che mai, dalla disponibilità di capitale umano qualificato.

La necessità di mappare, formare e inserire nuove figure professionali è diventata la priorità assoluta per evitare che la mancanza di competenze si trasformi nel principale collo di bottiglia della transizione energetica.
Eolico: geografia del lavoro tra impiego diretto e indotto
L’analisi dell’attuale panorama occupazionale rivela una struttura complessa e profondamente integrata nel tessuto economico europeo. Lo rivelano i dati dello Europe’s Wind Energy Workforce Report pubblicato da WindEurope, secondo cui dei 442.800 addetti rilevati nel 2024, il 48%, pari a 210.700 persone, è impiegato direttamente dalle aziende della filiera eolica. Il restante 52%, ossia 232.100 lavoratori, opera nell’indotto, a testimonianza di come l’energia del vento generi valore in settori trasversali, dalla logistica ai servizi avanzati.
La segmentazione per tipologia di impianto vede ancora una netta prevalenza dell’eolico onshore, che garantisce 161.300 posti diretti e 185.500 indiretti. L’offshore, pur essendo in una fase di forte accelerazione tecnologica, occupa attualmente 49.400 professionisti diretti e 46.600 nell’indotto, con margini di crescita proporzionalmente più elevati per i prossimi anni.
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Manifattura e ciclo di vita: cuore pulsante dell’industria europea
L’occupazione diretta nell’eolico si articola lungo cinque fasi critiche del ciclo di vita di un parco: sviluppo e gestione del progetto, manifattura, installazione, funzionamento e manutenzione, e infine smantellamento. Tra queste, la produzione di componenti si conferma il principale motore occupazionale, assorbendo quasi la metà della forza lavoro diretta con 100.050 addetti.
Con oltre 250 fabbriche distribuite sul territorio europeo, dedicate alla realizzazione di turbine e componenti, il settore manifatturiero non solo garantisce posti di lavoro ad alto valore aggiunto, ma sostiene una catena di approvvigionamento resiliente che è essenziale per l’autonomia strategica dell’Unione Europea. Mantenere un mercato domestico forte è l’unico modo per evitare la delocalizzazione di queste competenze chiave.
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Eolico: l’emergenza di competenze e il divario di genere
Nonostante la crescita numerica, il rapporto evidenzia come il settore si trovi ad affrontare una carenza acuta di figure professionali specifiche. Ingegneri, tecnici elettrici, responsabili di progetto e operatori specializzati risultano sempre più difficili da reperire sul mercato. La mappatura condotta da WindEurope sui profili professionali evidenzia gap critici che rischiano di aggravarsi nei prossimi cinque anni.
Tra le figure più ricercate figurano: tecnici delle pale, ingegneri di campo e specialisti delle connessioni alla rete. Parallelamente, resta aperta la sfida della diversità di genere: nel 2024 la forza lavoro è composta per l’81% da uomini e per il 19% da donne. Sebbene la partecipazione femminile sia aumentata del 50% dal 2011, il progresso in termini assoluti appare lento, con una riduzione del divario di genere inferiore ai due punti percentuali in tredici anni, rendendo necessarie politiche di inclusione più incisive per attirare nuovi talenti.
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Proiezioni al 2030: verso un incremento occupazionale del 36%
Le previsioni per il prossimo futuro indicano una traiettoria di crescita robusta. Entro il 2030, si stima che l’occupazione nel settore eolico in Europa raggiungerà i 607.000 posti di lavoro, con un incremento del 36% rispetto ai livelli attuali. Questo scenario si basa sull’ipotesi di un’installazione media di 30 GW all’anno tra il 2025 e il 2030.
Focalizzando l’attenzione sui 27 Stati membri dell’Unione Europea, l’occupazione dovrebbe salire dagli attuali 360.000 a 483.000 addetti. Di questi, 223.000 saranno impieghi diretti e 261.000 ruoli nell’indotto. Tale sviluppo è strettamente legato alla capacità di installare mediamente 22 GW annui all’interno dell’UE per raggiungere una capacità cumulata di 350 GW entro il decennio, pur restando ancora al di sotto dell’obiettivo target di 425 GW fissato dalle politiche comunitarie.
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Domina l’eolico onshore: analisi della capacità installata e ostacoli all’offshore
Allo stato attuale, l’Europa vanta una capacità installata di 291 GW, di cui 234 GW situati nei confini dell’UE-27. Nella prima metà del 2025 sono stati installati 6,8 GW di nuova potenza, con una netta dominanza dell’onshore che rappresenta l’89% delle nuove installazioni. Tuttavia, il percorso verso il 2030 è disseminato di sfide non trascurabili.
Oltre alla già citata carenza di manodopera, pesano le limitazioni delle reti elettriche, che causano ritardi e aumentano i costi, la saturazione delle infrastrutture portuali necessarie per l’eolico offshore e la scarsità di navi specializzate per l’installazione. L’incertezza sui calendari delle aste e i regimi di sostegno inadeguati rischiano di rallentare ulteriormente un processo che richiede, al contrario, una semplificazione burocratica e investimenti massicci nelle reti di distribuzione.
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Verso una pianificazione strategica della forza lavoro
Per trasformare il potenziale della transizione energetica in benefici socio-economici tangibili, secondo l’analisi di WindEurope, l’Europa deve elevare la pianificazione della forza lavoro allo stesso livello di importanza delle infrastrutture e dei permessi. Non è più sufficiente fare affidamento sull’importazione di manodopera dall’estero; è fondamentale formare e riqualificare le risorse umane locali per rafforzare la resilienza delle comunità e ridurre le dipendenze esterne.
In questo contesto, l’imminente lancio di strumenti digitali per il monitoraggio dei dati occupazionali permetterà a governi e istituzioni di anticipare la domanda e adattare i programmi di studio in tempo reale. Il successo della strategia energetica europea dipenderà dalla capacità di creare una sinergia tra industria e settore formativo, garantendo che le persone giuste, con le competenze adeguate, siano disponibili nei luoghi e nei tempi richiesti dalla rivoluzione dell’eolico.
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