L’andamento del mercato italiano della componentistica automotive

I risultati dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità, realizzato dalla Camera di commercio di Torino e da ANFIA.

Nel 2022, le 2.167 imprese che compongono l’universo della componentistica automotive italiana hanno impiegato nel settore circa 167mila addetti (+0,5% rispetto al 2021) e generato un fatturato pari a 55,9 miliardi di euro (+9%). Le variazioni positive del fatturato hanno interessato trasversalmente tutti i segmenti della filiera, anche se i risultati migliori sono stati quelli degli E&D (+17,4%), degli specialisti del motorsport (+14,5%) e dei subfornitori.

Osservatorio Anfia 2023
La presentazione dell’Osservatorio a Torino

Il Piemonte resta il territorio con il maggior numero di imprese insediate (il 33,6%, con un fatturato di 19,2 miliardi di euro). Seguono la Lombardia e l’Emilia-Romagna. È quanto emerge dall’edizione 2023 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino e da ANFIA, cui hanno contribuito attivamente 470 imprese. I risultati sono stati presentati a Torino il 23 ottobre.

I dati relativi a fatturato e occupazione

“Monitoriamo una filiera sostanzialmente in salute, che nel 2022 ha registrato fatturato in aumento e dato occupazionale stabile, e che si sta interrogando e strutturando per affrontare le sfide importanti imposte dall’evoluzione del comparto, come la scadenza 2035 per i motori endotermici e l’ingresso sul mercato dei costruttori cinesi”, spiega il presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina. “Le nostre imprese, comunque, mostrano un’attiva capacità di reazione, continuando a muoversi in contesti internazionali e a investire in ricerca e sviluppo per mantenersi competitive”.

componentistica automotive Anfia

La flessione della domanda di autoveicoli

A livello internazionale, nel 2022, la domanda di autoveicoli si è attestata a meno di 82 milioni di unità, con un decremento dell’1,4% rispetto al 2021 e del 10,5% rispetto al 2019. L’andamento delle vendite mondiali è stato fortemente influenzato dalle flessioni registrate in Europa (-5,9% in EU27, EFTA e Regno Unito) e in Nord America (-6,8%), e non è bastato l’incremento dell’area Asia-Pacific (+4,3%) per sostenere la crescita globale, ma già quest’anno è previsto un miglioramento.

La domanda di autoveicoli in Italia ha chiuso il 2022 a 1,5 milioni, -9,8% rispetto al 2021 e 626mila veicoli in meno rispetto ai volumi pre-Covid. La produzione globale è cresciuta del 6%, mentre quella italiana è rimasta stabile. Tuttavia, è aumentata la percentuale di vendite sul mercato estero, insieme al fatturato realizzato con costruttori diversi da Stellantis e Iveco.

La transizione energetica in ambito automotive

“Nel 2022 le esportazioni della componentistica italiana hanno proseguito il trend di crescita avviato l’anno precedente, con una variazione positiva del valore dell’export del 7,1%, per un ammontare totale di 23,5 miliardi di euro e un saldo positivo di 5,21 miliardi di euro”, ha commentato Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti ANFIA.

“Nel panorama di una transizione energetica molto articolata, le imprese del comparto indicano come priorità di intervento la riduzione del costo dell’energia, la digitalizzazione del sistema impresa e i finanziamenti per le attività di ricerca e sviluppo”. Temi su cui le aziende chiedono il sostegno delle istituzioni.

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Le scadenze al 2035

Nel triennio 2020-2022, il 78% delle imprese ha realizzato attività che si sono tradotte in prodotti o processi nuovi. Guardando alle scadenze del 2035, il 32% delle imprese potrebbe prevedere di mantenere una quota di componentistica relativa a motori a combustione interna per clienti extra UE; il 29,3% potrebbe invece modificare i propri prodotti o servizi, orientandoli all’elettrico o idrogeno.

componentistica automotive Anfia

L’eventuale valutazione di uscita dal settore automotive, al fine di operare in altri ambiti industriali, riguarda il 16,4% dei componentisti; sono invece in minoranza le realtà che non prevedono di apportare trasformazioni del proprio modello di business.

Oltre l’80% delle aziende ha già adottato una policy ambientale, o intende farlo nei prossimi dodici mesi. Spiccano gli investimenti nell’efficienza energetica (50,4%), nella gestione del trasporto di rifiuti (39%) e l’acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili (il 37,4%).

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