Troppi pneumatici in giacenza, Ecopneus organizza una raccolta extra target annuale

Prevista una raccolta di 11 tonnellate. Smaltite all'estero prevalentemente per la produzione di energia

Raccolta PFU EcopneusRaccogliere 11.000 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso in più rispetto il proprio target di legge per rispondere all’esigenza giacenze in eccesso rispetto alle capacità di stoccaggio di molti punti serviti (gommisti, stazioni di servizio, autofficine). E’ l’annuncio di oggi di Ecopneus. Una raccolta che si va ad aggiungere alle 3.000 tonnellate oltre il target già recuperate.

Un’azione che sarà sostenuta indica la società consortile in una nota grazie “al buon andamento delle vendite di pneumatici registrato dai Soci Ecopneus nelle ultime settimane, alle positive prospettive di vendita nell’ultimo trimestre dell’anno e alle efficienze di gestione che hanno consentito di mantenere sotto controllo – e in alcuni casi ridurre – i costi”.

Lo stallo della filiera

Il Consorzio sottolinea la situazione di stallo in cui versa la filiera del recupero del materiale nella fase di successiva al trattamento, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, che ha portato incertezza nella filiera industriale.

Il rischio è essere esclusi anche dallo status di MPS (Materie Prime Seconde) per i granuli e i polverini di gomma riciclata. Nel settore c’è grande attesa per il decreto End of Waste che consentirebbe lo sblocco di molti settori applicativi che potrebbero usare la materia prima seconda.

Il fine filiera degli pneumatici

Il destino del materiale raccolto dall’azione di recupero straordinario sarà in gran parte il recupero energetico all’estero.

Azione economicamente conveniente rispetto al recupero di materia, per quanto non sia la via privilegiata scelta dal Consorzio che la definisce “una scelta quasi obbligata”.

Il fine vita non sarà comunque solo energetico in quanto spesso questi materiali sono impiegati nei cementifici dove è possibile sfruttare al meglio l’elevato potere calorifico della gomma, superiore a quello del pet-cok, non generare emissioni, e i cui residui di combustione, ceneri e acciaio, possono essere inglobati nel prodotto finito (cemento), con un beneficio ambientale ed economico.

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