Cambiare punto di vista per dialogare, e aiutare, i poveri energetici

Un confronto tra diverse esperienze e ruoli per affrontare la povertà energetica nella sua complessità con una visione europea

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La povertà energetica è un problema complesso che tocca non solo le aree con problematiche di carattere infrastrutturale ed economiche, ma anche i paesi più sviluppati. L’Europa vede crescere questa incertezza che dipende da molti fattori: mancanza di occupazione, poca efficienza energetica, costo della vita, calamità naturali, ma c’è anche un ruolo delle istituzioni delle strutture che dovrebbero contribuire a colmare questo gap. Per questo nel corso della tavola rotonda “Energy Poverty (Part 1): the question of energy affordability” che si è tenuta il 13 ottobre (disponibile la visione on line) diversi esperti con diverse esperienze e background a confronto.

Tra le criticità emerse c’è il costo della energia e il sistema i cui viene calcolato, come spiega Marta Garcia, ceo di Ecoserveis. La centralità del prezzo è data dal “suo effetto sui vulnerabili energetici” spiega Garcia, riferendosi a impatti sulla salute e sulla malnutrizione.

Il mercato del calore può svolgere un ruolo importante, ma è dominato da fonti energetiche che hanno una variabilità di prezzo e di mercato amplia”, Eloi Piel, head of policy & european affairs, Euroheat & power “servirebbe garantire un prezzo più stabile per i cittadini”. Una possibilità, suggerisce Eloi, è usare il calore di scarto per garantire servizi di raffrescamento e riscaldamento ed energia in distretti cittadini. “Una energia che altrimenti andrebbe sprecato”. Nel complesso credo che siano centrali le scelte politiche che dovrebbero agire con una visione di lungo periodo. Inoltre trovo determinante il ruolo delle istituzioni locali che possono dare un grande contributo perché più vicine alle necessità del territorio”.

“La povertà energetica è certamente una sfida politica perché deve bilanciare le necessità dei cittadini con quelle delle aziende” spiega Marine Cornelis, executive director, Next energy consumer.  Altro tema centrale è la scarsa fiducia nelle stesse utility. “Purtroppo è un fatto noto come diversi energy contractor hanno effettuato contratti non chiari in cui c’è stata una speculazione sui costi. Il punto centrale è che le persone sono invisibili e loro stesse non conoscono i loro diritti e le loro agevolazioni. Per questo è centrale essere proattivi con loro”.

“È necessario rendere le informazioni semplici e aiutarli con sportelli di supporto” sottolinea la ceo di Ecoserveis. “A Barcellona abbiamo diversi uffici per dare supporto ai cittadini. Ad oggi aiutiamo 80 mila famiglie all’anno e sappiamo che non sono tutti”.

“E’ anche difficile trovare un sistema per contattare queste persone. Ad esempio in Francia arrivava una comunicazione in via postale che sembrava però qualcosa di negativo, come una multa. Quindi aveva un effetto molto respingente” rileva l’executive director, Next energy consumer. “Inoltre se anche le persone la aprivano era un po’ macchinoso il sistema e non risultava facile. Ora si sta cambiando metodo. Abbiamo constatato come le comunicazioni semplici e divertenti sono più seguite anche per operazioni scomode come un cambio operatore. Infine agire attraverso le associazioni di consumatori può dare dei buoni risultati, perché percepite come dalla parte del cittadino”.

“Dobbiamo considerare tutte le chance che abbiamo nella nostra rete anche per come è costruita e per le tipicità della stessa” evidenzia Agnese Cecchini direttore editoriale di Gruppo Italia energia, country media partner di Enlit per il 2020 e 2021. “L’esempio che ci ha portato all’attenzione Eloi mi sembra molto significativo rispetto il riuso del calore di scarto. Pensiamo a cosa si potrebbe fare in prossimità di distretti industriali. Quindi forse la sfida è sì comunicare meglio con i vulnerabili che sono invisibili nelle loro istanze, ma anche imparare a guardare in modo diverso al sistema nella sua complessità di chi governa le dinamiche dei sistemi e fa le regole. Dobbiamo tutti effettuare una crescita culturale e credo che per farlo al meglio ci possiamo aiutare attraverso le nostre esperienze. È un po’ la sfida che in Italia abbiamo avviato con il progetto dell’Alleanza contro la povertà energetica. Pensiamo ai diversi piloti che vengono realizzati, che sono ottimi, ma hanno una visione determinata. Se ogni pilota partisse già dai risultati di uno precedente si crescerebbe tutti più in fretta”.

La transizione energetica rappresenta un vantaggio o un ulteriore pericolo per i poveri energetici

“Noi abbiamo bisogno di una transizione energetica altrimenti siamo tutti morti” afferma Marine Cornelis “Ma vorrei sapere cosa sta pensando la Commissione europea per agire senza lasciare indietro i poveri energetici. Pensare a strategie sugli edifici non è sufficiente”.

“Ci sono limiti nella transizione energetica vista dai poveri energetici quindi bisogna avere presente che ci sono persone che hanno questo problema” Marta Garcia.

“La povertà energetica si gioca su diversi asset” ricorda Eloi “credo che il Green deal possa aiutare molto, ma penso che le diverse città devono declinare delle regole specifiche per non lasciare indietro le persone vulnerabili”.

La povertà energetica è un problema complesso in cui l’efficienza energetica gioca un ruolo importante

La povertà energetica, lo abbiamo detto all’inizio, è un problema complesso composto da più variabili. Una di queste è lo spreco nei consumi. “In Italia stiamo agendo per facilitare azioni di efficienza energetica nelle abitazioni proprio per evitare sprechi energetici che costano alla bolletta e all’ambiente” evidenzia il direttore editoriale di Gruppo Italia energia. “Immagino abbiate sentito parlare del bonus 110%. Questa iniziativa prevede, se si garantisce di raggiungere determinati parametri di efficienza energetica, di rimborsare in un tempo ragionevole il 110% del totale della spesa effettuata. Si tratta di un ritorno economico che garantisce lo Stato italiano. Una spesa che si può cedere ad altri soggetti che si fanno carico delle spese al posto del committente, guadagnando il 10% sul totale dell’ammontare. Questo vuol dire che si può investire anche senza avere la somma necessaria. Pensate che uno strumento del genere tarato sulle esigenze dei poveri energetici a livello europeo, potrebbe dare un contributo a sconfiggere almeno l’eccessivo spreco di consumi in bolletta che è uno dei punti deboli dei poveri energetici. Ci sono casi di questo tipo nei vostri paesi?”

“Il meccanismo potrebbe essere interessante ma bisogna capire cosa accade se sei in una casa in affitto” spiega Marta Garcia “ma certamente l’efficienza energetica rappresenta uno scoglio importante da superare anche se è difficile riuscire nell’intento”.

Il tema più che il denaro può essere proprio il supporto per affrontare questi progetti” suggerisce Marine Cornelis “nel nord della Francia c’è una associazione che è impegnata proprio nello spiegare ai singoli cittadini come agire per ottenere dei risparmi importanti nei consumi nelle case e ottiene ottimi risultati”.

Un ruolo quello degli assistenti sociali che sembra diventare sempre più strategico per non lasciare nessuno indietro.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.