Gli incendi dell’estate 2023 hanno generato emissioni da record

Con la siccità e l'aumento delle temperature, avverte il CAMS, aumenta il rischio di roghi devastanti come quelli che hanno colpito il Canada.

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Foto di Marcus Kauffman su Unsplash

La stagione degli incendi boreali del 2023, che sta lentamente volgendo al termine, è stata particolarmente drammatica. Il Canada, in particolare, è stato colpito da roghi devastanti già dal mese di maggio. Alcuni pennacchi di fumo hanno raggiunto anche l’Europa, stando al Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS).

L’estensione, la costanza e l’intensità degli incendi canadesi hanno portato le emissioni di carbonio stimate per il 2023 a quasi 410 megatonnellate, le più alte per il Paese, pari al 27 per cento del totale delle emissioni globali di carbonio da incendi per il 2023.

Dal Canada alla Russia, fino al Mediterraneo: l’impatto degli incendi

“Gli incendi boschivi si verificano nelle regioni boreali ogni estate, con luoghi, intensità e durata variabili a seconda delle condizioni idrologiche, meteorologiche e climatiche. Con l’aumento delle temperature e il protrarsi delle condizioni di siccità, aumentano le possibilità di episodi devastanti come quelli del Canada”, ha commentato Mark Parrington, Senior Scientist CAMS. “La capacità del CAMS di monitorare le emissioni dei roghi e il trasporto dei fumi è essenziale per comprendere la portata e i potenziali impatti sulla qualità dell’aria”.

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Altri episodi significativi si sono verificati in Russia, nelle Hawaii e in diversi Paesi del Mediterraneo, fra cui la Grecia, il Portogallo e la Spagna. Il CAMS continuerà a monitorare la situazione e fornire dati aggiornati e utilizzabili liberamente, contribuendo così all’adozione di misure di prevenzione e di mitigazione dei danni.

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