Rapporto Eco Media 2022: i media italiani dedicano poco spazio alle tematiche ambientali

Salvo eccezioni, i mezzi di informazione italiani tendono a parlare di ambiente solo in occasione di eventi climatici estremi, stando al rapporto Eco Media 2022.

  • L’attenzione alle tematiche ambientali da parte dei quotidiani e delle televisioni italiane è cresciuta, ma l’informazione tende a non essere distribuita in modo equo durante l’anno.
  • È quanto emerge dal report Eco Media 2022 di Pentapolis Institute ETS.
Rapporto Eco Media 2022
Da sinistra Gianni Todini (Direttore Askanews), Massimiliano Pontillo (Presidente Pentapolis Group e Direttore Rapporto Eco-Media), Lella Mazzoli (Direttore Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino) e Alice Tombesi (Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino).

Nonostante i temi legati alla tutela dell’ambiente siano entrati nel dibattito pubblico, lo spazio a loro riservato dai mezzi di informazione resta marginale. È quanto emerge dal Rapporto Eco Media 2022, realizzato da Pentapolis Institute ETS in collaborazione con l’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino. Il report, presentato il 16 dicembre a Roma, analizza la copertura delle notizie su ambiente e sviluppo sostenibile da parte dei media italiani.

Siccità e crisi energetica fra gli argomenti di maggiore interesse mediatico

“Rispetto all’inizio di questo secondo millennio, è senz’altro cresciuta in termini quantitativi, ma le occorrenze più frequenti continuano a registrarsi prevalentemente in concomitanza con gli eventi climatici catastrofici. A luglio e a settembre i ‘picchi’ per il crollo della Marmolada e per l’alluvione nelle Marche, così come durante la stagione estiva, caratterizzata da una grave crisi idrica e da forti ondate di calore. Anche la guerra in Ucraina ha indirizzato i media verso una maggiore attenzione, quasi esclusivamente però dal punto di vista energetico”, spiega Massimiliano Pontillo, presidente di Pentapolis Group.

L’andamento del web e della carta stampata

Per quanto riguarda la carta stampata, ci sono due casi positivi che meritano una segnalazione: la parola “inquinamento” è salita per la prima volta in cima alla classifica delle keywords più menzionate da Il Fatto Quotidiano, seguita da “mobilità sostenibile”. C’è poi Libero, che rivela un’attenzione crescente a questi temi: le parole chiave sono ben distribuite nell’arco dell’anno, senza picchi particolari. È il quotidiano che, più di tutti quelli analizzati, si occupa dell’Agenda 2030. Libero.it si posiziona bene anche fra le testate online. Transizione ecologica, rinnovabili, climate change o cambiamento climatico, inquinamento sono le parole più diffuse sul web.

Il premio Pentapolis “Giornalisti per la sostenibilità”

Passando alle reti televisive, quella più attenta è Rai 3, in base all’indagine. L’edizione del TG5 delle 20:00 sembrava essere la più virtuosa del 2021, ma i risultati hanno confermato quest’ipotesi solo in parte. LA7 raggiunge un buon punteggio, grazie a un utilizzo medio più frequente del vocabolario ambientale. Mentre i giovani stanno gradualmente rinunciando all’ascolto della radio, gli ultracinquantenni sono degli affezionati: le stazioni più attente a clima e biodiversità sono Radio 24 e Rai Radio 1.

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Al termine della presentazione dello studio, è stato conferito il premio Pentapolis “Giornalisti per la sostenibilità”. L’elenco dei vincitori è consultabile sul sito web dell’istituto.

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