Una struttura mobile dotata di strumentazione high tech in grado di effettuare attività di controllo, caratterizzazione e sicurezza del materiale radiologico e nucleare. E’ il Laboratorio di caratterizzazione radiologica e gestione dei rifiuti dell’ENEA, uno degli strumenti che l’Italia ha scelto di adottare dopo l’incidente nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986. Il veicolo, ideato e progettato nel quadro delle attività di sicurezza e salvaguardia nucleari del Ministero dello Sviluppo Economico previste dal Protocollo Aggiuntivo all’Accordo di Verifica del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare, è stato pensato per gli operatori del settore del ciclo del combustibile nucleare: dall’Autorità di controllo, alle Capitanerie di porto e alle Dogane passando dalle Agenzie Regionali.
Ma come funziona nel dettaglio questo laboratorio mobile? Le soluzioni innovative che compongono la struttura permettono di analizzare in maniera rapida ed efficace le caratteristiche fisiche e radiologiche del materiale preso in esame in modo da poter poi intervenire direttamente sul sito. I piani di intervento prefettizi, nel momento in cui viene rinvenuto del materiale sospetto, prevedono una serie di attività di mitigazione del rischio sia per la popolazione sia per l’ambiente: il laboratorio mobile permette l’identificazione e valutazione della sostanza radioattiva, rendendo possibile la bonifica del sito e la messa in sicurezza del materiale da identificare. Infine, nel caso in cui la sostanza sia stata oggetto di furto, può supportare l’attività investigativa.
“Si tratta di una soluzione tecnologica versatile, compatta e innovativa che raccoglie l’eredità di competenze, strumentazioni e professionalità dell’Agenzia – afferma in una nota Alessandro Dodaro, responsabile della divisione tecnologie, impianti e materiali per la fissione dell’ENEA – il laboratorio è corredato di strumenti di misura, validati sia sperimentalmente che attraverso opportuni modelli di calcolo, basati su spettrometria gamma e alfa e sulla rivelazione di neutroni. Inoltre sono disponibili dosimetri attivi e strumenti per la misura della contaminazione superficiale con l’obiettivo di garantire il rispetto della normativa vigente relativa ai lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti.”
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