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Le dichiarazioni relative ai rincari in bolletta del 40% rilasciate dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani hanno allarmato consumatori e settori produttivi. La preoccupazione collettiva si è concentratra sul peso che la transizione energetica avrà in bolletta.

Selectra, servizio gratuito che studia il mondo dell’energia e confronta e analizza le offerte di energia elettrica, gas e internet, ha cercato di chiarire con dati e analisi alla mano, quali sono le cause dell’aumento, di quanto potrebbero aumentare le bollette e attraverso quali modi i consumatori possono provare a risparmiare. 

Quanto si pagherebbe realmente in più con un rincaro del 40%?

È importante capire se il rincaro annunciato faccia riferimento all’intera bolletta elettrica, come è generalmente riportato, oppure al prezzo dell’energia stabilito in €/kWh, che si paga in base ai consumi e rappresenta solo una voce delle quattro presenti in bolletta. 

Nel primo caso, la bolletta media mensile stima per la famiglia tipo definita dell’Arera con un consumo di 2.700 kWh/anno – aumenterebbe di 20 euro, dagli attuali 52 a 72 euro circa. Nel secondo caso, l’impatto sulla bolletta totale sarebbe inferiore, ma comunque significativo: aumenterebbe del 20% se il governo dovesse decidere di tagliare nuovamente gli oneri di sistema (dimezzati per il terzo trimestre del 2021) o del 30% senza un simile taglio. 

Per un consumatore medio, questo aumento significherebbe circa 11-15 euro al mese in bolletta elettrica in più. Ma solo a fine settembre si avrà una risposta, cioè quando l’Arera comunicherà le nuove tariffe.

Le stime per il mercato tutelato

In base alle stime di Selectra, il prezzo dell’energia nel mercato tutelato per il quarto trimestre del 2021, in base solo al mercato ed escludendo quindi qualsiasi manovra politica, dovrebbe aggirarsi sui 125 €/MWh. 

Si tratta di un aumento di circa il 30% che, se si somma al meccanismo di riduzione degli oneri di sistema deciso per il terzo trimestre, determinerebbe un incremento della bolletta del 24%, facendo aumentare la spesa per l’elettricità a circa 64 euro al mese dagli attuali 52.

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Quanto impatta la transizione ecologica in bolletta?

Il Pun-Prezzo unico nazionale, relativo al mercato all’ingrosso, è più che triplicato dall’inizio dell’anno, evidenzia Selectra, passando da circa 50 €/MWh ai valori record del momento, che si aggirano sui 150 €/MWh. Questo aumento incide ovviamente sul prezzo dell’energia per i clienti finali.

L’impatto del costo dei crediti di carbonio

Dall’inizio dell’anno, l’impatto del costo dei crediti di carbonio sul prezzo dell’energia ha subito un aumento da 14 a 25 €/MWh. Ma è un incremento moderato e che ha già avuto i suoi effetti nella prima parte dell’anno, perciò il suo influsso ha già avuto effetto sul prezzo dell’energia e nelle tariffe stabilite per i trimestri precedenti.

In riferimento agli ultimi tre mesi, l’impatto dei crediti per la compensazione di CO2 sul costo della produzione dell’elettricità è aumentato di soli 2-3€/MWh, mentre il prezzo dell’energia nello stesso periodo è salito di oltre 40 €/MWh. 

Pertanto, in base alle analisi di Selectra, l’aumento del prezzo dell’elettricità negli ultimi tre mesi al 97% è dovuto a fattori che non dipendono dalla CO2, ma in primo luogo all’aumento del prezzo del gas, praticamente raddoppiato rispetto a fine giugno. Sono i costi della produzione delle centrali a gas a stabilire il prezzo dell’energia sul mercato, in quanto si tratta dell’ultima fase per produrre l’energia necessaria per bilanciare il sistema.

aumento costo di produzione

Il costo in bolletta delle rinnovabili

Primo distinguo: una cosa è il costo della produzione dell’energia elettrica, che per le rinnovabili è molto basso perché non c’è il costo della materia prima. Un’altra è l’importo che i consumatori pagano per incentivare lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Quest’ultimo si ripercuote sugli oneri di sistema, voce che normalmente pesa per il  20% sull’importo totale della bolletta elettrica. Questi oneri, su cui si discute da anni, non hanno subito incrementi. Al contrario, per lo scorso trimestre è intervenuto il governo con una manovra da 1,2 miliardi per ridurre questa voce e compensare parzialmente l’impatto della crescita dei prezzi dell’energia sul consumatore. 

“Il preannunciato incremento della bolletta elettrica non è dovuto alla ‘spinta’ green del mercato dell’energia. Le rinnovabili purtroppo pesano ancora troppo poco nel mix produttivo mentre gli incentivi hanno un peso, tuttavia sono rimasti stabili negli ultimi anni, per cui non spiegano minimamente l’aumento delle bollette”, commenta in una nota stampa Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia. Al momento, gli aumenti sono ricollegabili ad una tempesta perfetta sui mercati del gas: produzione in calo per la pandemia (investimenti ritardati, difficoltà di produzione); boom di domanda a livello globale; stoccaggi in Europa bassi; l’inverno in arrivo con l’accensione dei termosifoni. Sicuramente questa crisi non durerà per sempre ma il MWh a 50€ potrebbe diventare presto un vecchio ricordo: è necessario quindi abituarsi a nuovi prezzi dell’energia più alti e investire su efficienza energetica e rinnovabili”, aggiunge.

L’aumento in bolletta annunciato da Cingolani si riferisce al mercato tutelato, caso in cui le tariffe sono stabilite dall’Autorità ogni trimestre. Pertanto, chi si trova in questo mercato avrà bollette aumentate, soggette a questo aggiornamento per gli ultimi tre mesi dell’anno. Nel mercato libero, rimarca Selectra, le migliori proposte commerciali si aggirano sugli 81 €/MWh, risultando così mediamente più economiche del 40% rispetto alla tariffa dell’attuale tutelato, senza contemplare l’aumento. 

Cosa può fare il consumatore per tutelarsi

Il consumatore ha due opzioni, suggerisce Selectra: o si affida al mercato di maggior tutela, fino a tutto il 2022, perché poi da gennaio 2023 esisterà solo il mercato libero, oppure può scegliere l’offerta che gli è più congeniale in base ad esigenze ed abitudini di consumo nel mercato libero, dove stipula direttamente il contratto di fornitura con il venditore di energia. 

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