Il Tribunale dell’Aja ha dato ragione alle Filippine e ha stabilito con una sentenza di qualche giorno fa, che la Cina non può rivendicare storicamente su basi legali diritti e risorse sul Mar Cinese Meridionale. Tuttavia, come si legge sul sito della Reuters, questa decisione, secondo gli esperti, non frenerà il processo di danneggiamento dell’ecosistema marino causato da Pechino.
In particolare come spiega alla Reuters Brian Morton, professore emerito di Ecologia marina presso l’Università di Hong Kong, “Sarà praticamente impossibile ripristinare le barriere coralline visto il persistere del fenomeno del riscaldamento globale e dell’adozione di tecniche di pesca distruttive.”
Dal canto suo la Cina contesta fortemente l’esito della sentenza secondo la quale la bonifica su larga scala e la costruzione di isole artificiali hanno danneggiato fortemente il corallo e violato l’obbligo del Paese di tutelare ambienti marini fragili. In particolare secondo l’accusa le autorità cinesi erano consapevoli dei danni apportati dai pescatori alla fauna marina.
Il ministro degli Esteri cinese ha replicato che l’impatto legato alla costruzione di isole artificiali sull’ambiente in realtà è stato minimo e che la Cina ha a cuore le tematiche ambientali non meno di altri Paesi.
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