+15°, la temperatura della diseguaglianza

L'indagine di CMCC@Ca’Foscari

Qual è la relazione tra temperatura e disuguaglianza, povertà e benessere? E’ quanto si interroga uno studio sul Sudafrica realizzato da un team di ricercatori di CMCC@Ca’Foscari, la partnership strategica tra Fondazione CMCC e Università Ca’ Foscari Venezia, RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment, (EIEE) e Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, London School of Economics and Political Science (LSE).

Lo studio mette in evidenza le differenze a livello nazionale e subnazionale e dimostra come la necessità di adattamento ai cambiamenti climatici può portare con sé degli ulteriori co-benefici come il ridurre le disparità socioeconomiche tra le comunità colpite.

temperatura
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Che il cambiamento climatico possa avere effetti non solo sui sistemi biofisici, ma anche sull’economia è ormai ampiamente condiviso. Tuttavia, non si conosce ancora molto su come questo impatto economico sia distribuito nella popolazione” spiega afferma Johannes Emmerling, senior scientist presso RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment (EIEE). “Nel caso del Sudafrica, abbiamo scoperto che il riscaldamento globale colpirà più duramente le famiglie più povere, portando così a un aumento della disuguaglianza. La mitigazione del clima è quindi fondamentale non solo dal punto di vista ecologico ed economico, ma anche da quello delle disuguaglianze”, conclude.

La temperatura della diseguaglianza

Lo studio pubblicato su Environmental Research Lettersevidenzia che la relazione tra temperatura, disuguaglianza e povertà è non lineare. Inoltre secondo gli studiosi i livelli più bassi di disuguaglianza si verificano a temperature moderate.

I ricercatori hanno anche individuato la soglia di temperatura sopra la quale la disparità tra i diversi gruppi di reddito si allarga. A minacciare il benessere delle comunità più vulnerabili è il superamento delle temperature di 15-17°C.

Impatto sulla microeconomia locale del cambiamento climatico

 

Le famiglie di agricoltori sono tra le prime a subire questo impatto delle temperature sulla loro qualità della vita con ripercussioni dirette su produttività e salari. “Non solo il cambiamento climatico aumenta le disuguaglianze, ma l’aumento delle disuguaglianze aggrava molti degli impatti del cambiamento climatico sulla società attraverso una maggiore esposizione e vulnerabilità.” rimarca Shouro Dasgupta, ricercatore presso CMCC, Università Ca’ Foscari Venezia, e Visiting Senior Fellow presso Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, London School of Economics and Political Science (LSE). “Senza un forte impegno di mitigazione, il benessere è destinato a peggiorare sostanzialmente a causa dei futuri cambiamenti climatici“, conclude.

I segmenti più ricchi soffrono meno tali ripercussioni grazie alla loro maggiore capacità di adattamento.

In sostanza il cambiamento climatico è destinato a ridurre la crescita media e ad aggravare le disuguaglianze. Confrontando i risultati dei diversi scenari dal più moderato al meno, gli autori hanno scoperto che, “entro la fine del secolo, il coefficiente Gini – misura statistica della disuguaglianza economica all’interno di una popolazione – potrebbe aumentare in Sudafrica da 3 a 6 punti. Questo si tradurrebbe in una perdita potenziale di benessere di circa il 50% se combinato con l’impatto del riscaldamento sul PIL (che da solo può raggiungere il 43% entro il 2100 in Sudafrica)”.

E’ necessario quindi che le politiche sul cambiamento climatico considerino le  disuguaglianze nella loro progettazione, altrimenti rischieranno di portare conseguenze indesiderate e aumentare la pressione sui gruppi svantaggiati.

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