Davos 2024, sicurezza energetica e inclusione sociale fra le principali sfide per l’economia globale

Accesso universale all’energia pulita e più equa distribuzione della ricchezza sono fra i temi di cui si è discusso questa mattina, 16 gennaio, al meeting annuale del WEF.

L’aggiornamento della Direttiva europea sull’energia rinnovabile (RED III), definitivamente approvato nel settembre 2023, ha stabilito l’obiettivo di portare la quota di fonti rinnovabili nel mix energetico dell’Unione europea al 42,5 per cento entro il 2030, con l’ambizione di raggiungere il 45 per cento.

Davos 2024, sicurezza energetica e inclusione sociale, WEF
I partecipanti alla tavola rotonda intitolata “Energy amid Rivalry” del 16 gennaio

“È vero che, con la crisi energetica, il GNL ha giocato un ruolo importante per l’UE. Ma è sulle rinnovabili che vogliamo puntare per aumentare la nostra sicurezza energetica, così come sulle tecnologie che possano aiutarci a risparmiare energia e ridurre le emissioni di gas serra, per arrivare a centrare obiettivi ancora più ambiziosi nel 2040”.

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Lo ha spiegato Kadri Simson, Commissaria europea per l’Energia, nel corso di una tavola rotonda su geopolitica e mercato energetico al meeting annuale del World Economic Forum (WEF) che si sta svolgendo in questi giorni a Davos, in Svizzera.

“Anche dopo aver raggiunto la neutralità climatica, avremo bisogno di importare idrogeno verde. Abbiamo siglato diversi protocolli di intesa anche per l’approvvigionamento delle materie prime critiche, così da diversificarne la provenienza”, ha concluso Simson.

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La domanda crescente di materie prime critiche

E quest’ultimo è davvero un tema “critico”, per usare un gioco di parole. Con la transizione ecologica e digitale, la domanda di metalli come litio, nichel e cobalto, che vengono estratti soprattutto nel sud del mondo, è destinata a crescere in maniera esponenziale. Per quanto riguarda il cobalto, il Congo rappresenta il 70 per cento dell’estrazione globale. Per il nichel, i tre principali produttori (Indonesia, Russia e Filippine), rappresentano i due terzi del mercato. Anche i tre principali produttori di litio – Australia, Cina e Cile – rappresentano più del 90 per cento.

materie prime critiche
Gli accumulatori agli ioni di litio sono comunemente impiegati nei settori dell’elettronica e della mobilità elettrica. Foto di Tyler Lastovich su Unsplash

L’accesso all’energia pulita e al clean cooking

“Se per i consumatori è importante diversificare i produttori, per i produttori è importante assicurarsi che il mercato contribuisca allo sviluppo nazionale”, ha commentato Meghan O’Sullivan, direttrice del Belfer Center for Science and International Affairs della Harvard Kennedy School. Un punto sul quale ha concordato Hardeep Singh Puri, Ministro indiano dell’Edilizia abitativa, del Petrolio e del Gas naturale: “È importante che il mercato delle materie prime critiche generi benefici per gli abitanti dei Paesi che le producono. E ricordiamoci che ci sono ancora milioni di persone che non hanno accesso all’energia pulita, e sono costrette a cucinare con metodi antiquati”.

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Transizione ecologica e inclusione sociale, l’esempio dell’India

A proposito della necessità di garantire l’inclusività della transizione energetica, il Ministro ha parlato delle sfide che riguardano l’India. “La nostra è la nazione più popolosa del mondo, con alti tassi di urbanizzazione e un consumo di energia che cresce a un ritmo tre volte superiore rispetto alla media globale, cosa che ci porterà nel giro di vent’anni a rappresentare il 25 per cento della domanda internazionale. Dobbiamo portare avanti la transizione ecologica senza mettere in secondo piano i bisogni della popolazione, basandoci sulla disponibilità e sull’accessibilità economica delle tecnologie”.

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Il Ministro Hardeep Singh Puri

Il dibattito legato alle green technologies

Come ha spiegato Meghan O’Sullivan, il dibattito intorno alle tecnologie verdi è molto acceso anche negli Stati Uniti, dove l’Inflation Reduction Act ha mobilitato una quantità ingente di capitali che necessitano di essere indirizzati nella migliore direzione possibile. “Gli Stati Uniti vogliono competere con la Cina a livello di leadership e creare nuove opportunità di lavoro sul territorio nazionale. Pur trattandosi della più importante legislazione sul clima che il Paese abbia mai varato, alcuni alleati la vedono come una misura di carattere protezionistico, più che come un reale avanzamento nella lotta contro i cambiamenti climatici. Questo è un anno importante non solo per gli americani, ma per una serie di elettori nel resto del mondo”.

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Il ruolo della cooperazione internazionale

E se la crisi climatica è una questione che riguarda tutti, indipendentemente dal partito politico, è anche vero che le aziende sono fortemente influenzate dal contesto normativo, come ha ricordato Shunichi Miyanaga, presidente del Consiglio di amministrazione della Mitsubishi Heavy Industries. “I fornitori delle tecnologie sono chiamati a innovarsi continuamente: servono coerenza e una visione a lungo termine, accanto ai rapporti con le istituzioni finanziarie e agli investimenti di lungo periodo”, ha rimarcato Miyanaga. Non è più possibile ragionare a compartimenti stagni: solo attraverso la cooperazione tecnologica su scala internazionale sarà possibile superare le sfide che abbiamo di fronte.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.