Combustibili fossili, più extra profitti grazie alla guerra in Ucraina

Un quadro che si scontro con gli oltre 100 miliardi di euro all’anno per sussidi ai carburanti fossili che distribuisce l'UE. L'analisi di T&E

La guerra in Ucraina ha portato profitti importanti alle aziende europee produttrici di combustibili fossili. Stando all’accusa di T&Ementre in Ucraina imperversa la guerra e si commette un ecocidio, nei due anni successivi all’invasione russa, i profitti sono stati di 180 miliardi di euro nell’UE.

Per questo T&E chiede che gli extra-profitti siano tassati e che il denaro così ottenuto sia utilizzato per ridurre l’esposizione delle famiglie a basso reddito alle fluttuazioni dei prezzi dei combustibili e dell’energia.

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“Le compagnie petrolifere e del gas, negli ultimi anni, hanno realizzato ingenti profitti grazie a eventi esterni alle loro attività.” Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia. “Le misure governative che mantengono alta la domanda di combustibili fossili, come i tagli alle accise sui carburanti in periodi di prezzi elevati, finiscono semplicemente per trasferire la ricchezza dalle casse pubbliche a quelle delle compagnie petrolifere e del gas. Non è giusto. L’UE deve tassare i profitti eccessivi di queste aziende per garantire maggiore equità ai cittadini europei. Oppure deve porre fine ai sussidi, che di fatto sono pagati dai contribuenti”.

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Il prezzo dei combustibili aumenta nei periodi di instabilità. Durante i periodi di tensione o shock internazionali, il prezzo dei combustibili fossili aumenta rapidamente, nonostante i costi di produzione siano relativamente stabili.

Perché i combustibili fossili hanno fatto extraprofitti

L’analisi condotta da PwC per conto di T&E rivela che le società petrolifere e del gas dell’UE hanno generato oltre 104 miliardi di euro di profitti nel 2022, con un aumento del 45% rispetto all’anno precedente. Nel 2023 hanno poi registrato un calo del 21%, ma hanno comunque superato gli 82 miliardi di euro.

Un quadro che si scontro con gli oltre 100 miliardi di euro all’anno per sussidi ai carburanti fossili che distribuisce l’UE.

Un costo che T&E sottolinea come “senza rinnovare la tassa temporanea sugli extraprofitti – lascia i consumatori a sostenere un doppio onere: quello del costo dei sussidi stessi e quello dei prezzi energetici gonfiati”.

I governi dovrebbero tassare i progetti relativi ai combustibili fossili e utilizzare tali fondi per aiutare i cittadini a passare ad alternative più ecologiche. È probabile che le compagnie petrolifere, del gas e dell’energia trasferiranno semplicemente i costi dell’ETS2 sui consumatori. Tassare i profitti in eccesso consentirebbe di far tornare il denaro ai cittadini, o darebbe la possibilità di sostenere programmi come il social leasing, o di investire per un trasporto pubblico migliore“, conclude Boraschi.


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