Imballaggi e rifiuti di imballaggio, raggiunto accordo al Consiglio europeo

Contrastare il numero dei rifiuti di imballaggi di plastica generati nell’UE, armonizzando il mercato interno e promuovendo l’economia circolare. “Nel 2021 ogni europeo ha prodotto 190kg di rifiuti di imballaggio” ha esordito ricordando gli ultimi dati Eurostat Teresa Ribera Rodríguez, terza vicepresidente spagnola del governo e ministro della transizione ecologica e della sfida demografica, nel corso della discussione della proposta di regolamento. Si tratta di una che cifra crescerà di quasi il 20% nel 2030, se le cose rimangono le stesse. Non possiamo permettere che accada. L’approccio generale di oggi dà un forte messaggio che l’UE è impegnata a ridurre e prevenire i rifiuti di imballaggio da tutte le fonti. Questo regolamento è cruciale nel nostro percorso verso un’economia circolare e un’Europa neutrale dal punto di vista climatico.”

Imballaggi Tutti Hr

Si tratta di norme volte a ridurre gli imballaggi superflui obbligando i fabbricanti e gli importatori a garantire che il peso e il volume degli imballaggi siano ridotti al minimo. E’ prevista un’eccezione per i disegni degli imballaggi protetti.

Gli obiettivi generali per la riduzione dei rifiuti di imballaggio sono basati sulle quantità 2018 e richiedono:

-5% entro il 2030, -10% entro il 2035 e -15% entro il 2040. Si tratta di target che potranno essere rivisti dalla Commissione otto anni dopo l’entrata in vigore del regolamento.

Grande attenzione è stata posta al consumatore che deve essere messo in grado di conoscere la composizione materiale degli imballaggi e il loro corretto smaltimento come rifiuti. C’è però una certa flessibilità sui sistemi di etichettatura già esistenti in alcuni Stati membri.

La posizione dell’Italia

“Continuiamo a ritenere la proposta di Regolamento non aderente ai contesti industriali nazionali e ai risultati raggiunti dai Paesi membri, che invece una direttiva avrebbe potuto valorizzare” commenta in una nota il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava. “L’imposizione, poi, di taluni obblighi e divieti, non motivati da approfondite valutazioni di impatto ambientale, economico e sociale sono una minaccia per i principi di sussidiarietà e proporzionalità, per gli investimenti intrapresi, per la concorrenza delle nostre imprese sui mercati internazionali e frammentano il mercato interno”.

Tra le maggiori modifiche

Il Consiglio ha modificato la proposta sugli imballaggi riciclabili richiedendo che gli imballaggi saranno considerati riciclabili quando progettati per il riciclaggio dei materiali e quando gli imballaggi di rifiuti possono essere raccolti separatamente, ordinato e riciclato in scala. Quest’ultima condizione si applica dal 2035.

Il Consiglio ha anche convenuto che le bustine di tè e le etichette adesive su frutta e verdura devono essere compostabili. Viene data poi la possibilità per gli Stati membri di richiedere altri imballaggi (ad es. cialde di caffè e sacchetti di plastica leggeri) per essere compostabili in condizioni specifiche.

Cosa prevede la proposta UE

La proposta è riferita all’intero ciclo di vita degli imballaggi, fissando obiettivi vincolanti per il riutilizzo, limitando alcuni tipi di imballaggi monouso e richiedendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati.

L’obiettivo è lasciare comunque agli Stati membri una flessibilità sufficiente per mantenere i sistemi esistenti ben funzionanti.

  • Stabilisce i requisiti che garantiscano che l’imballaggio sia sicuro e sostenibile.
  • Richiede la riciclabilità e la riduzione al minimo possibile delle sostanze pericolose.
  • Stabilisce anche i requisiti di etichettatura per migliorare l’informazione dei consumatori. 
  • Viene richiesto inoltre che gli imballaggi siano raccolti, selezionati e riciclati secondo i più alti standard possibili. Stabilendo criteri per i regimi di responsabilità estesa del produttore e disposizioni sulla gestione dei rifiuti.
  • Entro il 2029 si dovrà garantire la raccolta separata di almeno il 90% annuo di bottiglie di plastica monouso e contenitori di metallo per bevande. per farlo bisognerà realizzare sistemi di restituzione dei depositi (DRS) per tali formati di imballaggio. I requisiti minimi per i DRS non si applicano ai sistemi già in vigore prima dell’entrata in vigore del regolamento, se i sistemi in questione raggiungono l’obiettivo del 90% entro il 2029.
  • Il Consiglio ha aggiunto una deroga all’obbligo di introdurre un DRS per gli Stati membri con un tasso di raccolta differenziata superiore al 78% raggiunto nel 2026.

Restrizioni su determinati formati di imballaggio tra cui:

Imballaggi monouso in plastica per frutta e verdura, per alimenti e bevande, condimenti, salse all’interno del settore HORECA e per piccoli prodotti cosmetici e da toeletta utilizzati nel settore alberghiero (ad esempio, bottiglie di shampoo o lozione per il corpo).

Il Consiglio ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di stabilire deroghe in determinate circostanze, anche per gli ortofrutticoli biologici.

Nuovi obiettivi di riutilizzo e ri-riempimento per il 2030 e il 2040.

Obiettivi diversi si applicano ai grandi elettrodomestici, agli imballaggi da asporto per alimenti e bevande, alle bevande alcoliche e non alcoliche (escluso il vino), agli imballaggi per il trasporto (esclusi gli imballaggi utilizzati per merci pericolose o apparecchiature di grandi dimensioni e gli imballaggi flessibili a contatto diretto con gli alimenti) e gli imballaggi raggruppati.

Anche gli imballaggi in cartone sono esenti da tali requisiti.

È stata introdotta una nuova possibilità per gli operatori economici di creare pool per soddisfare gli obiettivi di riutilizzo delle bevande.

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