biomassa Fiper

Nella Giornata internazionale delle foreste, è importante sottolineare il ruolo delle biomasse che rappresentano un’alternativa ecologica per ridurre le importazioni di gas, soprattutto in questo momento di crisi internazionale con la Russia, in cui potrebbero aumentare la nostra sicurezza ed autonomia nazionale.

A sostenerlo è il presidente di Fiper (Federazione italiana di produttori di energia da fonti rinnovabili) Walter Righini che, oggi, in occasione della Giornata internazionale delle foreste, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ricorda l’importanza della gestione forestale sostenibile e la necessità di “coltivare” in modo programmato e continuativo patrimonio boschivo esistente.

“Valorizzare il settore delle biomasse legnose nel mix energetico del Paese, aggiunge il presiedente di Fiper, è a nostro avviso, una grande opportunità da cogliere a partire proprio dalla grave crisi energetica legata al conflitto Ucraina-Russia. Queste risorse, anche se ampiamente disponibili in Italia, sono infatti sottoutilizzate e non riescono a dispiegare appieno il loro potenziale green”.

Il potenziale del settore delle biomasse

Il settore delle biomasse potrebbe evitare l’importazione di almeno 13 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno e, grazie ad esse, si arriverebbe a coprire il 35/40% dell’importazione di gas dalla Russia nel 2021, che oggi corrisponde a un valore di 27-40 miliardi euro/anno.

L’associazione sottolinea come, nello specifico, la quantità complessiva annua di biomassa potenzialmente disponibile sul territorio nazionale per la produzione di energia termica ed elettrica superi di gran lunga i 30 milioni di ton/anno, un quantitativo che permetterebbe al Sistema Paese di ridurre l’importazione di un valore compreso tra 7 a 10 miliardi di mc/anno di gas.

Il nostro patrimonio boschivo rappresenta il 36% dell’intero territorio nazionale, per una superficie complessiva di oltre 11 milioni di ettari. Ad esso, si possono aggiungere gli scarti agricoli come la paglia e i frutteti, che in genere vengono bruciati in campo, ma anche i cascami legnosi dei parchi e dei viali.

Il comparto agricolo a sua volta offre molte possibilità, infatti l’Italia dispone di circa 2000 impianti a biogas agricolo che garantiscono energia elettrica e calore rinnovabile. Occorre certamente bisogna ammodernare parte degli impianti e renderli sempre più adatti alla produzione di biometano, ma anche la normativa va aggiornata, così si permetterebbe un’ulteriore riduzione di importazione di gas sino a 6-10 miliardi di mc/anno.

Le richieste di Fiper al Governo

Fiper ha avanzato delle richieste al Governo per puntare sulle biomasse in quanto carta vincente ancora da giocare per l’Italia: “Per far fronte all’emergenza energetica e ridurre la dipendenza dall’estero dei combustibili fossili, sottolinea Righini, chiediamo al Governo di attuare con urgenza,  aggiornando opportunamente il Pnrr, tutte quelle misure strutturali, normative e burocratiche che riorientino concretamente in tempi brevissimi gli investimenti verso la reale ed opportuna economia circolare rappresentata dalle bioenergie, un settore che genera notevoli risparmi e benefici economici per il Paese”. 

Il teleriscaldamento a biomassa contro il caro-bollette

Un’altra ricetta contro il caro-bollette è il teleriscaldamento a biomassa che permette a 96 Comuni montani dotati di questo tipo di riscaldamento di essere autonomi e non soggetti alle fluttuazioni di prezzo dei combustibili fossili. Questo modello di produzione-consumo di energia, proveniente dai boschi circostanti, parrebbe funzionare e creare reddito sul territorio, aumentando anche la sicurezza energetica nazionale.

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