La società consortile Gas Intensive, che riunisce 138 tra le maggiori aziende gasivore italiane dei settori carta, ceramica, fonderie, calce, gesso, malta, metalli e vetro, si è interrogata nel corso di un workshop sull’emergenza dei costi del gas e sull’elevato spread tra PSV e TTF, che grava per oltre 1,3 miliardi di euro l’anno su famiglie e imprese italiane.
“È fondamentale – conclude il presidente di Gas Intensive, Aldo Chiarini – che si passi rapidamente dalle parole ai fatti: il tessuto produttivo italiano non può più sostenere questi extracosti, e la tempestiva approvazione di misure strutturali sarà decisiva per la competitività e la tenuta dell’industria nazionale.”
Sono tre le linee di intervento che Gas Intensive suggerisce per superare rapidamente questa criticità:
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Introduzione di un servizio di liquidità per la riduzione dello spread PSV-TTF, una misura attesa da tempo dall’industria e già annunciata dal Governo, che favorirebbe un allineamento dei prezzi tra Italia ed Europa. In questo modo si aumenterebbe la liquidità al PSV, esplicitando anche il minor costo delle importazioni da sud, oggi prevalenti. La misura così pensata avrebbe effetti positivi e immediati su tutti i consumatori, senza creare squilibri tra i punti di approvvigionamento.
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Valorizzazione del nuovo terminale di Ravenna, attraverso una riduzione selettiva delle tariffe di rigassificazione a favore delle imprese gasivore, per attrarre nuovi carichi di GNL e sfruttare pienamente la nuova infrastruttura, con benefici diretti sulla riduzione dei prezzi per tutto il mercato italiano.
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Conferma del servizio di interrompibilità gas per garantire sicurezza e stabilità delle forniture in una fase di elevata incertezza geopolitica e di transizione energetica, valorizzando il ruolo delle imprese industriali nella gestione della domanda.
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