Rifiuti: Italia supera il 67% di differenziata ma la produzione cresce

Focus sul Rapporto Ispra 2025

Ulteriore e significativo balzo in avanti dell’Italia sul fronte della raccolta differenziata, che nel 2024 ha raggiunto una percentuale pari al 67,7% della produzione totale dei rifiuti urbani. Questo dato segna una crescita di 1,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente, il 2023. Nonostante tale successo, la produzione complessiva di rifiuti urbani a livello nazionale si attesta a poco meno di 29,9 milioni di tonnellate nel 2024, registrando un aumento di circa 664 mila tonnellate rispetto al 2023, pari a un incremento del 2,3%. Questo riallineamento della produzione totale con i trend di crescita, dopo periodi di oscillazione, richiede un’analisi attenta dei fattori socioeconomici, dato che l’andamento dei rifiuti risulta in crescita nel 2024, con un +1,2%, in concomitanza con un aumento del Pil (+11,2%) e dei consumi delle famiglie (+6%). Sono queste alcune tra le maggiori evidenze che emergono dal Rapporto Rifiuti Urbani 2025 dell’Ispra.

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Rifiuti: scenari a confronto con l’Europa

Il contesto europeo, come analizzato dal Rapporto, mostra un quadro con tendenze leggermente diverse da quelle italiane. Nel 2023, la produzione complessiva di rifiuti urbani nell’UE ha registrato una lieve flessione dello 0,2% rispetto al 2022, passando da 229,6 milioni di tonnellate a 229,2 milioni di tonnellate. In termini pro capite, il valore medio europeo si è attestato a 511 chilogrammi per abitante all’anno.

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L’Italia si posiziona al di sotto di questa media, con un valore di 496 chilogrammi per abitante nel 2023. Tuttavia, mentre il totale UE è in lieve calo, il nostro Paese ha visto un incremento quantitativo di quasi 220 mila tonnellate nella produzione totale tra il 2022 e il 2023. A guidare la classifica europea per la produzione pro capite più alta nel 2023 rimangono Paesi come l’Austria con 782 chilogrammi per abitante, la Danimarca con 759 chilogrammi per abitante e il Lussemburgo con 718 chilogrammi per abitante, mentre all’estremo opposto si trovano la Romania con 305 chilogrammi per abitante e la Polonia con 367 chilogrammi per abitante.

Riciclo dei materiali e gli obiettivi di circolarità

Parallelamente all’aumento della raccolta differenziata, il Rapporto Ispra fornisce dati cruciali sull’effettivo riciclo dei rifiuti. Il pro capite nell’UE della frazione secca di rifiuti urbani avviata a riciclaggio ha subito un calo, passando da 153 chilogrammi per abitante nel 2022 a 147 chilogrammi per abitante nel 2023.

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L’Italia, in questo scenario, mostra un leggero incremento nel triennio considerato, arrivando a 146 chilogrammi per abitante per anno nel 2023, allineandosi di fatto alla media europea, pur rimanendo lontana dai leader come Austria e Germania. Un altro indicatore fondamentale di economia circolare è rappresentato dalla quantità pro capite di rifiuti urbani avviata a compostaggio o digestione anaerobica, che nell’UE si è leggermente ridotta, assestandosi a 96 chilogrammi per abitante nel 2023. Anche in questo ambito, Paesi come Lussemburgo, Austria, Danimarca e Paesi Bassi superano la media europea.

Differenziata: il Mezzogiorno continua a ridurre il divario

Sul fronte della raccolta differenziata, il Mezzogiorno continua a ridurre il divario con Centro e Nord. In aumento il dato nazionale, con percentuali del 74,2% al Nord, del 63,2% al Centro e del 60,2% al Sud. Le percentuali più alte si registrano in Emilia-Romagna (78,9%) e in Veneto (78,2%). Seguono Sardegna (76,6%), Trentino-Alto Adige (75,8%), Lombardia (74,3%) e Friuli-Venezia Giulia (72,7%). Tra queste regioni, l’Emilia-Romagna è quella che fa registrare la maggiore progressione della percentuale di raccolta, con un incremento pari a 1,7 punti rispetto ai valori del 2023.

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Superano l’obiettivo del 65% anche Marche (71,8%), Valle d’Aosta (71,7%), Umbria (69,6%), Piemonte (68,9%), Toscana (68,1%), Basilicata (66,3%) e Abruzzo (65,7%). Nel complesso, più del 72% dei comuni ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. L’89,7% dei comuni ha intercettato oltre la metà dei propri rifiuti urbani in modo differenziato. Tra le città con oltre 200 mila abitanti, i livelli più alti di raccolta differenziata sono a Bologna (72,8%), Padova (65,1%), Venezia (63,7%) e Milano (63,3%). Seguono Firenze (60,7%), Messina (58,6%), Torino e Verona (57,4%). Più indietro, seppure in crescita, Genova (49,8%), Roma (48%), Bari (46%) e Napoli (44,4%).

Rapporto Ispra 2025: smaltimento e gestione, la sfida del Sud Italia

Nonostante i progressi nella raccolta e nel riciclo, il sistema di gestione nazionale deve affrontare il raggiungimento di obiettivi stringenti, in particolare la riduzione dello smaltimento in discarica. Nel 2024, i quantitativi di rifiuti urbani smaltiti in discarica ammontano a oltre 4,4 milioni di tonnellate, pari al 14,8% del totale prodotto. Nonostante una riduzione del 3,7% rispetto al 2023, questo dato è ancora lontano dall’obiettivo massimo del 10% da conseguire entro il 2035, come previsto dalla normativa europea.

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L’analisi territoriale evidenzia una profonda disparità: la quota maggiore di smaltimento in discarica (il 37,1%, pari a oltre 1,6 milioni di tonnellate) è gestita negli impianti del Sud, seguito dal Centro (34,1%) e dal Nord (28,8%). Sebbene al Sud si sia registrato un decremento del 7,2% rispetto al 2023, la regione continua a rappresentare l’area con la maggiore criticità, mentre il Centro ha mantenuto quantitativi pressoché stabili.

Un ruolo chiave nella gestione è svolto dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico (TM e TMB), che nel 2024 hanno trattato complessivamente 6,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati. Inoltre, nel 2024, quasi 330 mila tonnellate di rifiuti provenienti dal circuito urbano sono state utilizzate nel processo di coincenerimento, prevalentemente al Nord (59,2% del totale).

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