Il problema del clima e l’opportunità date dalle utility

A Roma il convegno Utilitalia con la partecipazione del ministro Pichetto Fratin

I problemi possono trasformarsi in opportunità? È questa la domanda di fondo che occorre porsi quando si parla di cambiamento climatico.

In questi giorni restiamo chiusi nell’aria condizionata delle nostre case per non affrontare il caldo record, oppure combattiamo i danni delle alluvioni e la mancanza di acqua causata dalla siccità, chiedendoci se sarà sempre così nei prossimi anni.

Sono solo alcuni esempi che emergono dalla più stretta attualità ambientale, ripresi ieri nel corso di un convegno Utilitalia a Roma sul cambiamento climatico.

Le indicazioni del Governo

A indicare la strada da seguire è stato chi per primo ha responsabilità di tenere il timone ben saldo sull’obiettivo: il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

In apertura del convegno il titolare del Mase ha spiegato come il cambiamento climatico vada colto “anche come un’opportunità di nuova crescita. Non possiamo rimanere con le mani in mano” e le soluzioni “riguardano tutta la nostra vita: agricoltura, mobilità, industria, abitazioni, etc”.

In generale, secondo Pichetto Fratin, “dobbiamo fare tutto il possibile per rispettare la tabella di marcia della Conferenza di Parigi anche se, su questo, ci sono Paesi che potrebbero intervenire ma vanno in senso contrario (quelli asiatici) e Paesi in via di sviluppo che ne fanno una questione di confronto con gli altri. È un tema che a fine 2023 dovremo affrontare nella Cop 28 di Dubai”.

Dal canto suo, nell’elaborazione dei piani nazionali in tema di energia e clima, il ministro ha chiesto ai tecnici del Mase “di essere molto realisti e non velleitari, comprendendo esattamente dove siamo e dove possiamo andare”.

Infine, uno sguardo alle best practice adottate da altre nazioni: “Barcellona si è dotata di depositi idrici sotterranei, Rotterdam ha creato le piazze dell’acqua; sono realtà che dobbiamo attenzionare e opportunità che dobbiamo cogliere”.

Le utility sono pronte a investire

Gli effetti dei cambiamenti climatici influiscono in modo diretto sull’operatività delle imprese dei servizi pubblici e sulle prospettive di investimento”, ha rimarcato ieri a Roma Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia.

Queste società “sono chiamate a mettere in campo azioni di mitigazione e di adattamento che devono procedere di pari passo: affrontare il problema dei cambiamenti climatici, non solo per ridurre le emissioni di gas serra ma anche per contenere i danni conseguenti, è diventata una questione prioritaria al fine di garantire la continuità e la qualità dei servizi pubblici”.

Ebbene, nel solo settore idrico, i gestori investiranno nei prossimi anni 10 miliardi di euro, oltre il 50% dei quali (5,2 miliardi) già nel triennio 2022-2024.

Questi i dati riportati dalla Federazione delle Utility, che classifica i fondi tra interventi nei servizi di adduzione e distribuzione (6,5 miliardi), lavori su fognatura e depurazione (2,5 miliardi) e infine captazione, potabilizzazione e dissalazione (1 miliardo).

Tutto ciò, quantificabile in mille cantieri, dovrebbe garantire un recupero di acque oggi inutilizzate nell’ordine di 620 metri cubi l’anno.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.